“Lavorare all'interno della striscia di Gaza è ai limiti del dell'impossibile, è come mettere un piccolo cerotto su un'emorragia massiva, non si riuscirà mai a fermare”. Poche parole ma efficaci per descrivere quello che oggi succede oggi a Gaza e le difficoltà immense di chi prova a fare qualcosa per sostenere la popolazione. A pronunciarle è Filippo, anestesista e rianimatore che insieme a Caterina, infermiera di terapia intensiva hanno raccontato la loro esperienza in un video pubblicato dall’Fp Cgil Firenze.
Come operatori sanitari hanno deciso di partire per aiutare il popolo palestinese fornendo cure e assistenza

Raccontano di interventi senza anestesia, di antibiotici e antidolorifici impossibili da trovare, di malattie croniche che non possono essere più curate perché l’emergenza è continua e così, alla morte sotto le bombe o per fame, si aggiungono le morti di chi non può essere curato. 

“Tutta la sanità sta funzionando con lavoratori che lavorano gratis – dicono nella loro testimonianza – in un contesto in cui quando si esce la mattina non si sa se si ritornerà a casa, non si sa se ci sarà più casa, che nella maggior parte delle volte è una tenda messa ai bordi della spiaggia, non si sa se si ritroveranno i propri familiari”.