Le bugie, si sa, hanno le gambe corte. E tra i racconti di Meloni e Giorgetti in conferenza stampa a commento della manovra inviata a Bruxelles, e la realtà scritta nei testi la differenza è notevole. Non solo per quel che riguarda la sanità ma, purtroppo anche per quel che riguarda il capitolo di spesa più consistente della legge di bilancio che a breve sarà consegnata a Camera e Senato. 10 miliardi, son le parole della presidente Meloni, destinate alla decontribuzione per i lavoratori e le lavoratrici e la riforma fiscale. Purtroppo pare proprio non sarà così.


Altro che sconto fiscale

“La legge di Bilancio non prevede praticamente nulla in più rispetto all'anno in corso, anzi, peggiora le cose a fronte del drammatico impoverimento di milioni di persone”. Lo afferma, in una nota, il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari. E l’aggravarsi dell’impoverimento dei cittadini e delle cittadine italiani è sotto gli occhi di tutti. Aggiunge, a questo proposito, il segretario della Cgil: “Lo conferma anche il rapporto Eurostat: il 63% delle famiglie italiane nel 2022 ha faticato ad arrivare a fine mese, e la situazione nel 2023 si è persino aggravata, poiché l'inflazione ha continuato a erodere salari e pensioni”.

Perché falsità?

Come si sa, ancora oggi il disegno di legge contenente la legge di bilancio per il 2024, i disegni di legge collegati e le rispettive tabelle ancora non ci sono, circola però una bozza che questa mattina è stata pubblicata dal Corriere della sera. A leggere la bozza e fatti due conti, la amara verità è emersa in tutta la sua crudezza. Spiega Ferrari: “Non solo non è vero, come ha lasciato credere il Governo, che i lavoratori riceveranno 100 euro in più in busta paga, ma molti di loro subiranno un taglio netto del salario a causa della decisione di non confermare la decontribuzione del 7% per i redditi fino a 25mila euro e del 6% per i redditi fino a 35mila euro. Anche su questo, le informazioni fornite dopo il Consiglio dei ministri del 16 ottobre si sono rivelate fuorvianti”.

Il gioco delle tre carte

È bene ricordare che l’abbattimento del cuneo fiscale fu un provvedimento del Governo Draghi in risposta alle richieste del sindacato, quando fu pensato certo non vi erano i livelli di inflazioni che ci sono oggi, nonostante ciò Meloni lo confermò solo per 12 mesi. Per il prossimo anno, invece, nonostante le roboanti affermazioni non sarà così. Illustra il dirigente sindacale: “Il taglio dei contributi, a quanto pare verrà confermato al 7% solo fino ai 15mila euro, per poi scendere progressivamente fino a 3% per chi percepisce tra i 32mila e i 35mila euro. E questo - aggiunge - verrà compensato, solo parzialmente, dall'accorpamento dei primi due scaglioni dell'Irpef. Il risultato finale sarebbe il seguente: da un incremento risibile di 1,38 euro al mese per un salario lordo di 20.000 euro all'anno, a una perdita di 6,86 euro per un salario lordo di 31.000 euro (89,18 euro in meno all'anno), per arrivare a un taglio di 25,49 euro per un salario lordo di 35.000 (331,37 euro in meno all'anno)”.

Parole false, carte purtroppo vere

il cuore della questione è tutto qui, e oltre al merito è preoccupante per quel che cela. La verità è che questo Governo è alla ricerca delle risorse per finanziare una scellerata e poco costituzionale riforma fiscale e pur di trovarle le toglie proprio a chi dice di volerle dare, i lavoratori a basso e reddito. Chissà cosa potrà succedere quando metteranno mano al resto della delega fiscale

“Di risultati straordinari per le lavoratrici e i lavoratori non ne vediamo alcuno, mentre - sottolinea il segretario confederale - abbondano per chi ha macinato utili, profitti ed extra profitti”. “Non solo vengono confermate le ragioni della nostra mobilitazione, ma diventa ancora più urgente mettere in campo un'azione di lotta per cambiare una legge di Bilancio non all'altezza delle emergenze del Paese, che - conclude Ferrari - non dà risposte alle persone che rappresentiamo e che prepara un 2024 di crescita allo 'zero virgola', con una crisi sociale che si acutizzerà ulteriormente”.