Con l’iniziativa di Genova del 19 dicembre nel Salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale, si è concluso il ciclo di appuntamenti territoriali con cui l’Inca Cgil ha celebrato i suoi 80 anni. Un percorso iniziato l’11 febbraio a Roma e proseguito per tutto l’anno in molte città italiane, oltre a un importante appuntamento a Bruxelles, con l’obiettivo di ricordare le radici per riflettere sul presente e sulle sfide future della tutela dei diritti.

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Inca: memoria, valori fondativi e impegno quotidiano, per continuare a essere la “casa delle tutele” per tutte e tutti

La giornata di Genova ha rappresentato simbolicamente questo passaggio: tenere insieme memoria e valori fondativi, da un lato, e impegno quotidiano, dall’altro, per continuare a essere la “casa delle tutele” per tutte e tutti. Dal 1945 a oggi, l’Inca ha accompagnato milioni di persone nel riconoscimento dei loro diritti in materia di previdenza, assistenza, salute e sicurezza sul lavoro, in Italia e nel mondo. Una missione che resta attuale, in un contesto sociale e istituzionale sempre più complesso.

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De Silva, Inca Liguria: “Da 80 anni diamo senso ai diritti”

Ad aprire e coordinare i lavori è stata Anna Maria Piccillo dell’Inca Savona. Nella relazione introduttiva, il coordinatore regionale Inca Liguria, Marco De Silva, ha presentato i dati e le attività del patronato sul territorio ligure, sottolineando come l’Inca sia prima di tutto una comunità di persone. “Da 80 anni diamo senso ai diritti – ha affermato De Silva –, perché lavoriamo ogni giorno per garantire un accesso universale, gratuito e competente alle prestazioni previdenziali, assistenziali e sociosanitarie. L’Inca in Liguria è una comunità di oltre 170 operatrici e operatori. Siamo presenti con 21 sedi in 12 città, in tutte e quattro le province”.

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Nel suo intervento, De Silva ha richiamato anche alcune delle sfide più urgenti per il patronato del futuro, già oggi ben visibili: l’avanzata della tecnologia, che se non governata bene rischia di allontanare le persone dai servizi invece di facilitarne l’accesso, e la necessità di nuove riforme e norme capaci di rafforzare la tutela dei diritti in un sistema in continuo cambiamento.

Invalidità civile: a Genova in sette su dieci non fanno domanda. De Silva: “La riforma ha complicato il riconoscimento del diritto”

Un momento dell'evento a Genova

Tra il primo ottobre e il 15 dicembre di quest’anno il patronato Inca Cgil ha patrocinato nella Città Metropolitana di Genova 135 pratiche di assegno o pensione di invalidità civile; nello stesso periodo dell’anno precedente erano state 465 (pari a un calo del -71%) e le pratiche di accompagnamento sono state 321 contro le 1.207 del 2024 (-73,4%). “Bastano questi dati per comprendere come la fase sperimentale della riforma della disabilità stia presentando non pochi intoppi procedurali: se sette persone aventi diritto su dieci mancano all’appello significa che l’iter per l’ottenimento del diritto si è complicato e la riforma non è partita con il piede giusto”, ha detto ancora De Silva a margine dell’evento. 

“Il primo territorio a partire con la sperimentazione è stato Genova il 30 settembre scorso, a marzo 2026 si aggiungeranno La Spezia e Savona. Imperia completerà il quadro nel gennaio 2027 –  ricorda De Silva –: la riforma si propone di affermare con maggiore concretezza la centralità della persona e dei suoi diritti e ciò è assolutamente condivisibile. Tuttavia, come spesso accade, la distanza tra le dichiarazioni di principio e la loro attuazione effettiva si sta rivelando più ampia del previsto: difficoltà nella presentazione della domanda e nel reperimento dei medici di base che sono coloro che certificano la condizione della persona e inviano la domanda, alti costi per i certificati, incomprensioni procedurali stanno creando una situazione reale sintetizzata nei nostri dati”. Per il patronato è necessario passare da un approccio puramente medico-legale a una valutazione multi-dimensionale della persona che tenga in considerazione i bisogni dei cittadini. 

Nel corso della mattinata è stato presentato il bilancio delle attività del patronato in Liguria: nel 2024 l’Inca ha rappresentato il 44,3% delle pratiche aperte dal Ce.Pa. (istituto che unisce i patronati confederali e Acli) nella regione con la quota di mercato più elevata in percentuale nel Nord Italia per pratiche presentate e la terza in Italia dopo Emilia Romagna e Toscana. “Nei primi 11 mesi di quest’anno sono circa 100 mila i liguri che si sono avvalsi dell’assistenza del patronato Inca sul nostro territorio – ha commentato ancora De Silva –,  tra gennaio e novembre sono state processate qualcosa come 78.257 pratiche di cui 27.849 nell’ambito previdenziale, 12.415 nell’assistenza e 9.202 per infortuni e malattie professionali”.

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Inca 80 in Piemonte: giustizia sociale e sostenibilità ambientale

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La mattinata è stata arricchita dai saluti di Maurizio Calà, segretario generale Cgil Liguria, e dagli interventi di rappresentanti della rete di tutela sul territorio: Nicola Bottaro, Inas Liguria / CE.PA.; Marco Paini, direttore Inca Genova; Federico Vesigna, presidente Caaf Cgil Liguria; Barbara Iside Storace, collegio nazionale legale e medico-legale Inca; Alina Ferraro, operatrice Inca Savona; Alessandro Palmerini, referente legale Inca Liguria. Voci diverse, ma unite da un filo comune: la centralità delle persone e del lavoro di tutela svolto ogni giorno.

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Brusa, Inca nazionale: “Sono tre le grandi sfide del patronato: digitalizzazione, intelligenza artificiale e mobilità internazionale”

A chiudere l’iniziativa è stata Lorella Brusa, componente del collegio di presidenza dell’Inca nazionale. Nel suo intervento ha ricordato come l’anno di celebrazioni sia iniziato l’11 febbraio con un confronto ampio con istituzioni, enti e associazioni, mettendo al centro tre grandi sfide: digitalizzazione, intelligenza artificiale e mobilità internazionale.

“Abbiamo voluto poi portare queste riflessioni sui territori – ha spiegato – perché è qui che la tutela prende forma concreta. L’Inca è una rete di oltre 2.400 operatrici e operatori in Italia, 172 all’estero, 469 avvocati e 200 medici legali, che ogni anno assistono più di 3 milioni di persone, di cui circa 200 mila fuori dai confini nazionali. Ogni persona accolta è un diritto che vogliamo rendere effettivo”.

L’appuntamento di Genova ha così chiuso un anno intenso, ribadendo un messaggio chiaro: gli 80 anni dell’Inca non sono un traguardo celebrativo, ma una tappa di un percorso che continua. In un mondo che cambia, tra nuove disuguaglianze e nuove mobilità, l’Inca resta un presidio di tutela, accanto alle persone, ovunque. Perché i diritti, per essere tali, devono essere di tutte e di tutti.

(Montaggio video a cura di Daniele Diez)

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