Anche a Bologna, nei giorni scorsi, sono comparsi i manifesti della nuova campagna pubblicitaria firmata da una nota associazione antiabortista. In alcuni compare la fotografia di un bambino con un’espressione tra il triste e l’imbronciato mentre due mani di due persone diverse e fuoricampo, di cui una con le unghie smaltate arcobaleno, gli propinano un fiocco rosso da mettere in testa e un rossetto che si avvicina alle labbra. In altri la scritta “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini”. Si tratta, con ogni evidenza, di immagini e testi che promuovono apertamente ogni tipo di discriminazione in base al genere, oltre a messaggi lesivi delle libertà individuali.  

Consapevoli del fatto che, fortunatamente, nel nostro Paese esista la libertà di espressione, la Cgil di Bologna ritiene comunque importante sottolineare che tale libertà debba fermarsi là dove sono le sensibilità e le libertà di chi la pensa diversamente a essere intaccate. "Messaggi come quelli riportati nella campagna pro life - si legge in un comunicato del quadrato rosso - sono lesivi della dignità, delle libertà politiche e della libera espressione di genere, e propongono stereotipi inaccettabili. Diffondono, inoltre, idee discriminatorie.

Per questo esprimiamo la netta contrarietà a questo tipo di pubblicità, e plaudiamo all’azione intrapresa dal Comune di Bologna che verificherà legalmente la possibilità di rimuovere immediatamente i manifesti, auspicando l’applicazione di quanto previsto dal Codice della Strada all'art. 23 comma 4-bis, modificato dalla legge 156 del 9 novembre 2021 recante disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale. 

La norma recita: “È vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell'appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all'orientamento sessuale, all'identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche”.