Le parole tra noi leggere. Prende in prestito il titolo di uno tra i più famosi romanzi di Lalla Romano (ma è anche un verso di Eugenio Montale) questa XXXVII edizione del Salone internazionale del libro di Torino, che secondo Annalena Benini, al suo secondo anno di direzione, parte do,mani (giovedì 15 aprile) con l’intenzione di “omaggiare le parole, e la particolare materia di cui sono fatte: leggera, precisa, preziosa”.

La protesta

L’inizio però sembra già in salita, in virtù di una protesta dei giorni scorsi da parte di circa 130 editori indipendenti (saranno più di mille gli espositori presenti), autori di una lettera inviata agli organizzatori con l’esplicita richiesta di non far partecipare quest’anno la catena libraria Libraccio “se non in qualità di editore e vendendo esclusivamente le proprie pubblicazioni”.

I firmatari giudicano infatti “scorretta” la presenza di Libraccio nella sua ormai tradizionale collocazione di oltre 350 metri quadri nel Padiglione 1 del Lingotto, dove durante i cinque giorni di fiera vengono venduti anche libri di editori presenti con il loro stand, acquistabili nella categoria degli “usati”, dunque con sensibile sconto per i visitatori.

La replica

La protesta ha prodotto una replica pressoché immediata, materializzatasi in una nota stampa ufficiale da parte del Salone, nella quale si comunica l’avvenuto accordo raggiunto in fretta e furia con Libraccio, che in pratica si impegna a non vendere alcun libro pubblicato negli ultimi due anni. Una soluzione che però non accontenta gli editori indipendenti, celeri nel rispondere a un accordo che “non sposta in alcun modo il problema, che risiede non tanto nel ‘cosa’ vendono ma nel ‘quanto’ vendono”, chiudendo con un interrogativo e un’amara constatazione: “Qual è la logica di accogliere una mega libreria che sottrae vendite a tutti gli editori? Nessuna, se non che si tratta dell’ennesima anomalia del settore editoriale italiano”.

Gli eventi

In questo clima, non certo dei migliori, da domani partirà anche il grande carrozzone degli eventi previsti nel programma, anche stavolta non disponibile nella sua versione cartacea, ma soltanto online. Una modifica che già l’anno scorso ha provocato più di qualche problema nella ricerca di uno specifico appuntamento, data la vastità pressoché illimitata della proposta, all’interno della quale diventa sempre più difficile orientarsi anche da un punto di vista logistico, in virtù di una ulteriore crescita degli spazi che ormai si distendono ben oltre i tre (divenuti quattro) padiglioni tradizionali del Lingotto, cui si aggiunge quello Oval che raccoglie i più grandi gruppi editoriali, oltre a ospitare una tra le sale più capienti per gli incontri con scrittori e personalità appartenenti al mondo della cultura.

I temi

Nel tentativo di orientare al meglio l’enorme quantità degli appuntamenti (se ne contano almeno 2 mila), sono stati individuate otto sezioni tematiche (Arte, Cinema, Editoria, Informazione, Leggerezza, Romance, Crescere, Romanzo) con altrettanti tra curatori e curatrici, supportati da una redazione editoriale coordinata dalla stessa Annalena Benini, di cui fanno parte Paola Peduzzi, Igiaba Scego, Francesca Sforza, Tiziana Triana: giornaliste, scrittrici e professioniste del mondo editoriale, coinvolte con l’obiettivo di porre particolare attenzione ai nuovi linguaggi, e ai cambiamenti culturali e sociali in divenire.

Attesa anche la consueta passerella di varie personalità, a cominciare dal tradizionale taglio del nastro da parte del ministro della Cultura, che vedrà Alessandro Giuli per la prima volta rivestire questo ruolo al Salone. La lectio magistralis dal titolo Vediamo un po’ sarà invece tenuta da Yasmina Reza, scrittrice e drammaturga che racconterà l’origine dei suoi personaggi e del proprio immaginario letterario. Anche noi restiamo a guardare.