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L'elenco dei premi vinti da Ennio Morricone è lunga, oltre all'Oscar onorario alla carriera, ha conquistato anche tre Grammy Awards, tre Golden Globes, sei Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize. In tutto ha venduto inoltre più di 70 milioni di dischi.
Accademico effettivo dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, il 27 dicembre 2017 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Detentore della seconda categoria nazionale negli scacchi, compagno di scuola di Sergio Leone in terza elementare, gli è stato dedicato anche un asteroide, il 152188 Morricone.
Ma l’unicità del maestro non risiedeva soltanto nell’eccellenza raggiunta nella professione, risiedeva nella sua personalità discreta e cordiale, nella sua quotidiana riservatezza. Una riservatezza difesa e mantenuta fino alla fine, fino al giorno dei funerali, tenutisi in forma privata il luglio scorso “nel rispetto del sentimento di umiltà che ha sempre ispirato gli atti della sua esistenza”.
Fino all’ultimo, racconta l’amico di famiglia Giorgio Assumma, il maestro “ha conservato piena lucidità e grande dignità. Ha salutato l’amata moglie Maria, che lo ha accompagnato con dedizione in ogni istante della sua vita umana e professionale, e gli è stata accanto fino all’estremo respiro. Ha ringraziato i figli e i nipoti, per l’amore e la cura che gli hanno donato. Ha dedicato un commosso ricordo al suo pubblico, dal cui affettuoso sostegno ha sempre tratto la forza della propria creatività”. Pubblico del quale, orgogliosamente, abbiamo fatto parte anche noi.
Nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, proprio il concerto del Primo Maggio ha fatto da cornice all’inedito del maestro intitolato Elegia per l’Italia, un brano per orchestra sinfonica e coro eseguito dall’Orchestra Roma Sinfonietta diretta dal maestro Francesco Lanzillotta.
Elegia per l’Italia è una lunga composizione volta a esaltare due pezzi storici del nostro paese: il Va, pensiero del Nabucco e l’Inno d’Italia. “Il Maestro Morricone - chiariva Neri Marcoré - decisa precisare che l’esecuzione di questi due brani sovrapposti ha il significato di togliere l’inno verdiano dall’ipoteca di chi l’ha adottato contro l’inno nazionale italiano, ricordando quanto il Va Pensiero abbia contribuito all’unità d’Italia, durante il Risorgimento e le guerre d’indipendenza che l’hanno seguito”.
“Un significato morale - nelle parole dello stesso Morricone - contro l’appropriazione indebita che la Lega ha tentato negli ultimi anni, un tentativo di scippo che considero però temporaneo”. “Se penso al futuro - aggiungeva il maestro - io mi aspetto un’Italia migliore”.
Un’Italia dolente che quest’anno ha pianto anche lui, alle cui note si è aggrappata e stretta nei mesi bui della pandemia. L’immagine di Jacopo Mastrangelo che suona il Deborah’s Theme di Morricone per la sua città - Roma - è già storia. “Una piazza vuota mette più paura di una piazza piena”, affermava il giovane chitarrista.
E noi non vediamo l’ora di tornare a riempirle queste piazze, perché mai come oggi sentiamo il bisogno di riconoscerci, sotto le nostre bandiere, i nostri manifesti, gli striscioni e le parole d’ordine che hanno sempre segnato la nostra storia. Sentiamo la necessità di tornare a riunirci intorno ai nostri canti, le nostre note, le nostre musiche. Le nostre, Maestro, che continueremo ad ascoltare pensando anche a lei, a quel sorriso umile nonostante i successi, quel sorriso familiare, empatico, squisitamente umano nella sua genialità.