Il dramma non è mai mancato alle Cop sul clima e Dubai non fa eccezione. Però fatemi dire che siamo stati raggiunti da una tragedia, che ha investito personalmente il cuore e i ricordi di ognuno di noi, quando è arrivata la notizia della morte di Massimo Scalia, uno dei padri dell’ambientalismo italiano, fisico e attivista, un connubio tra scienza e passione che caratterizza molti degli ecologisti. Massimo era stato anche tante altre cose, continuava a sfornare iniziative e articoli.

Lasciando da parte le memorie personali, Scalia c’entra molto con questa Cop28: è forse la prima volta che sul tavolo c’è la necessità assoluta di uscire dai combustibili fossili, causa dell’87 per cento delle emissioni di CO2, che hanno provocato e alimentano la crisi climatica. E se ce lo possiamo permettere è grazie alle fonti rinnovabili, per le quali si è battuto tutta la vita. Massimo sarebbe però anche profondamente addolorato dal tentativo di rimettere in gioco il nucleare e altri trucchetti, come la cattura e lo stoccaggio del carbonio, cioè il tentativo di usare lo stesso gas e petrolio che hanno provocato il problema.

L’ultimo testo delle decisioni contiene l’uscita dai combustibili fossili: un miglioramento rispetto alla precedente versione, che era semplicemente inaccettabile, ancora molto permeato e influenzato dalle lobby fossili e da quelle delle distrazioni (nucleare, cattura e stoccaggio del carbonio).

Si parla esplicitamente di transitare fuori dai combustibili fossili, un inizio positivo, ma non si chiede ancora la completa eliminazione del carbone, del petrolio e del gas. Come detto, la bozza include anche pericolose distrazioni come i combustibili per la transizione, una transizione che gli interessi del gas tendono a rendere infinita ed enormemente più dispendiosa proprio perché consistenti fondi tengono in piedi il sistema fossile o finanziano false soluzioni, cioè il nucleare e la cattura e lo stoccaggio del carbonio elencati come tecnologie a zero e a basse emissioni.

Il testo invita tutti i Paesi a seguire la scienza del clima dell’Ipcc e l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ma poi le indicazioni non sono in linea con questo obiettivo. Per un Pianeta vivibile abbiamo bisogno di una completa eliminazione di tutti i combustibili fossili e della transizione verso un futuro di energia rinnovabile, nonché di un sistema votato a risparmiare energia e risorse e a usarle nel modo più efficiente possibile.

Nelle varie frasi in cui, qui e lì nel testo, riconosciamo la mano delle lobby fossili, sentiamo gli interessi non solo dei Paesi produttori di idrocarburi, ma anche e soprattutto delle potenti compagnie occidentali che li gestiscono, insomma di coloro che cercheranno di venderci, a caro prezzo, sino all’ultima goccia di petrolio e molecola di gas naturale. La vera riflessione da fare, al più presto, è capire come rendere molto più influenti coloro che tutelano gli interessi collettivi e di chi non ha voce, dai poveri alla natura.

E soprattutto come questi giganti ormai di argilla possono essere trasformati prima che crollino portando con sé la vita di migliaia e migliaia di lavoratori: il dramma è che, se non continuano sulla strada attuale, le loro emissioni costeranno milioni e milioni di vite umane e lo sconvolgimento del Pianeta. Avremo bisogno di tanta buona politica, nel prossimo futuro. E di tanta capacità di collaborazione.

Mariagrazia Midulla è responsabile Clima ed energia Wwf Italia