PHOTO
Mercoledì 21 maggio tornano insieme Slc e Spi Cgil, per un presidio pubblico davanti alla sede centrale di Poste Italiane a Rimini, a partire dalle 10.00. L’obiettivo del volantinaggio sarà quello di sostenere le ragioni del “sì” ai referendum su lavoro e cittadinanza. Ma anche dire no al piano di riorganizzazione di Poste Italiane, che prevede la chiusura di oltre 700 uffici postali su tutto il territorio nazionale.
L’iniziativa, promossa da Cgil Rimini con le categorie Slc e Spi è la prosecuzione di un percorso che in questi mesi ha visto le due categorie a Roma, Napoli, Terni, Sulmona. Le due organizzazioni si sono unite per portare all’attenzione le gravi conseguenze che la riduzione degli uffici postali sta comportando su tutto il territorio nazionale. Da un lato, per i dipendenti di Poste che perdono il lavoro o, al contrario, vengono sovraccaricati dalla copertura di nuove aree non più servite. Dall’altro, il crescente disagio che colpisce soprattutto i cittadini delle aree periferiche, oggi al centro di un processo di desertificazione dei servizi pubblici territoriali che sta diventando insostenibile.
A intervenire durante il presidio saranno Tania Scacchetti, segretaria generale del Sindacato dei pensionati; Riccardo Saccone, segretario generale dei lavoratori della comunicazione; Pino Gesmundo, segretario confederale; Francesca Lilla Parco, numero uno della Cgil di Rimini.
In provincia di Rimini gli effetti della riorganizzazione già sotto gli occhi di tutti: da gennaio 2025 sono stati chiusi gli uffici postali di Corpolò, Vergiano e San Lorenzo in Correggiano, mentre l’ufficio di di Bellaria è già stato oggetto di una forte riduzione dell’orario di servizio. Si tratta di una misura che incide pesantemente su migliaia di cittadini, in particolare sulle persone anziane, con disabilità, o che vivono nelle zone meno centrali del territorio. Per molti di loro, l’ufficio postale non è solo un punto di accesso ai servizi finanziari e postali, ma un presidio sociale, un luogo di vicinanza e di riferimento quotidiano.
“Per questo Cgil Rimini, insieme alle categorie e strutture coinvolte – si legge in una nota sindacale – ha già inviato nei mesi scorsi una lettera formale al Prefetto di Rimini, ai sindaci di Rimini e Bellaria-Igea Marina, all’Anci Emilia-Romagna e ai consiglieri regionali del territorio, per chiedere un intervento immediato nei confronti di Poste Italiane a tutela dei diritti delle cittadine e dei cittadini”.
La manifestazione del 21 maggio sarà anche un’occasione per rilanciare l’importanza dei referendum promossi su lavoro e cittadinanza. “Senza lavoro dignitoso, senza accesso a prestazioni essenziali, senza equità nei territori, la cittadinanza piena rischia di diventare un privilegio riservato a pochi. Difendere gli uffici postali, oggi, significa difendere un’idea di Paese più giusto, coeso e solidale”.