"A quasi un anno dall'inizio della pandemia e dal conseguente blocco dei licenziamenti stanno diventando sempre più frequenti le pressioni che molte aziende esercitano sui lavoratori. Pressioni che spesso appaiono strumentali e volte a far dimettere un lavoratore oppure, peggio ancora, hanno il fine esplicito di trovare un pretesto per licenziarlo." A denunciarlo in una nota la Fiom Cgil di Forlì.

"È quello che a nostro avviso è accaduto nei giorni scorsi alla Mareco Plastic, azienda di Bertinoro, provincia di Forlì-Cesena, che occupa circa 50 dipendenti ed è attiva nel settore della produzione di pannelli in pvc, che negli ultimi due mesi ha intrapreso una “battaglia” con una lavoratrice a suon di contestazioni disciplinari. La lavoratrice ha addirittura subito tre contestazioni disciplinari, con tanto di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione, a seguito di un incidente occorsole con il muletto durante l'orario lavorativo, unico incidente in quasi 15 anni di servizio".

"La conclusione di questa storia - continua il comunicato - è arrivata nei giorni scorsi: alla lavoratrice viene consegnata un’ennesima contestazione disciplinare dove viene messo in dubbio persino un infortunio (certificato dall'Inail e non dal sindacato), e susseguente licenziamento in tronco. La lavoratrice, separata, con tre figlie a carico, si è trovata così senza lavoro da un giorno all'altro e senza i mezzi per badare a se stessa e alla propria famiglia".

"Di fronte alla sordità dell'azienda nel cercare di risolvere la problematica in maniera costruttiva, la Fiom chiede il reintegro immediato della stessa. In caso ciò non avvenga intraprenderemo assieme a lei tutte le strade possibili per tutelare  il suo posto di lavoro e la sua dignità. L'obiettivo è anche quello di dare un segnale forte alle aziende: il blocco dei licenziamenti c'è e va rispettato, evitando di trovare stratagemmi per aggirarlo. E' evidente l'urgenza della proroga del blocco dei licenziamenti per evitare la perdita di centinaia di posti di lavoro nel nostro territorio, con conseguente aumento della disoccupazione e della precarietà".