Continua a Reggio Calabria la protesta dei 19 lavoratori della ZetaEmme, che chiedono garanzie sul proprio futuro. Stamani i lavoratori si sono incatenati in piazza Italia, dinanzi la sede della Prefettura, e hanno deciso di continuare la mobilitazione sin quando non verranno convocati in sede prefettizia, seguiti dalla rappresentanza sindacale della Cgil territoriale, per incontrare la curatrice giudiziaria dell'azienda. “I dipendenti – spiega una nota sindacale - vogliono ottenere delle risposte sul loro futuro. Due, infatti, sono le richieste avanzate dai lavoratori: il recupero dei crediti aziendali, in modo tale da ottenere i propri stipendi arretrati, e l'applicazione dell'articolo 6 del contratto collettivo nazionale, secondo cui vi è l'obbligo, da parte dell'azienda, di comunicare ai Comuni l'elenco dei lavoratori già assunti per il successivo passaggio alle aziende subentranti nel nuovo appalto. Ciò comporterebbe non solo la possibilità da parte dei dipendenti di lavorare nuovamente ma, soprattutto, la speranza di poter esser retribuiti”.

In attesa di tale riscontro, i lavoratori della ZetaEmme potrebbero essere licenziati e poter così far richiesta dell'indennità di disoccupazione ordinaria e riuscire, almeno in questo modo, a ottenere un minimo salario. Da otto mesi, infatti, non vengono pagati. “La disperazione – conclude il comunicato - è al massimo livello. C'è chi non ha più luce in casa, chi non può permettersi di pagare il mutuo o l'assicurazione dell'auto. Chi ha avuto un figlio e non riesce neanche a comprare il minimo indispensabile. Infine, c'è chi, senza stipendio, ha dovuto pagare una multa perché il camion aziendale non era in regola per quanto concerne l'assicurazione e la revisione. Una situazione, dunque, esplosiva, di cui si attende l'esito questa sera. Sino ad allora, le catene saranno il simbolo della disperazione che avvince questi lavoratori.