“Da questo momento si rompono le relazioni sindacali con l’azienda”. Così il segretario generale della Fiom di Napoli, Rosario Rappa, al termine dell'incontro a Roma, nella sede del Mise tra Whirlpool, governo e sindacati sul destino dello stabilimento di Napoli.

Nel corso del tavolo l'azienda ha confermato la volontà di fermare la produzione del sito di Napoli a partire dal prossimo 31 marzo. Lo riferiscono le agenzie. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha replicato parlando di “decisione inaccettabile”. La riunione si è poi interrotta per lasciare spazio alle ristrette tra governo, azienda e sindacati.

Così Rappa: “Se il governo non prende una posizione forte, la vicenda Whirlpool diventa una questione di ordine pubblico. Se il 31 marzo cesserà la produzione di lavatrici e non sarà prospettata una soluzione concreta, a Napoli scoppierà una bomba sociale”.

Il sindacalista quindi aggiunge: “L’unica possibilità è che il governo costringa Whirlpool a mantenere le produzioni di lavatrici a Napoli, così come previsto dall’accordo del 2018. Qualora oggi non si dovesse ottenere tale risultato, sarà necessario riportare la vertenza alla presidenza del Consiglio”.

Whirlpool è disponibile a mantenere la produzione a Napoli fino al 31 ottobre, inoltre è stato dato mandato ad Invitalia per identificare soluzioni per il rilancio dello stabilimento. È quanto si legge in una nota del Mise. Il ministro Patuanelli ha sottolineato come sia “inaccettabile che l'azienda prenda decisioni in maniera unilaterale” e ha ribadito l'importanza di “proseguire il confronto all'interno di un quadro di responsabilità sociale da parte di Whirlpool”. Il ministro ha quindi deciso di sospendere la plenaria per incontrare, prima separatamente e poi congiuntamente, i rappresentanti di sindacati e azienda, la quale ha infine manifestato la disponibilità a mantenere le attività produttive del sito di Napoli fino al 31 ottobre.

LA VERTENZA
Il caso Whirlpool è esploso nel maggio scorso con l’annuncio della chiusura dello stabilimento di Napoli
e il conseguente licenziamento dei 420 dipendenti, procedura che a fine ottobre è stata sospesa poiché “le attuali tensioni – ha spiegato la multinazionale statunitense – sono controproducenti nella ricerca di una soluzione condivisa, a fronte di una situazione di mercato che rende insostenibile il sito e che necessita di una soluzione a lungo termine”.

Il 9 aprile prossimo è prevista la scadenza degli ammortizzatori sociali nei sette impianti produttivi italiani, mentre i lavoratori dello stabilimento campano sono soggetti da tempo ai contratti di solidarietà.

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