Carinaro e None sono salvi, così come tutti gli altri stabilimenti del gruppo. E non ci sarà alcun licenziamento per gli oltre 2.000 lavoratori per tutta la durata del piano industriale, cioè fino al 2018. Sono gli assi cartesiani dell’accordo Whirlpool, raggiunto oggi tra aziende e sindacati, presso il ministero dello Sviluppo economico, che chiude un lungo braccio di ferro iniziato cinque mesi fa, tra la multinazionale e Fiom, Fim e Uilm. L’impegno a scongiurare gli esuberi si accompagna a un piano di esodi e trasferimenti incentivati, a una ricollocazione e riqualificazione professionale per gli impiegati - le cui funzioni vengono trasferite in altra regione -, all’utilizzo della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà. Il nuovo piano industriale prevede investimenti per 513,5 milioni e assegna una missione produttiva a tutti gli impianti.

L'ipotesi di accordo Whirlpool sarà ora sottoposta al giudizio dei lavoratori: a partire da venerdì 3 luglio si svolgeranno le assemblee in tutte le sedi e gli stabilimenti che si concluderanno entro venerdì 10 luglio; successivamente, nelle giornate di lunedì 13 e martedì 14 luglio, si svolgerà in tutto il gruppo il referendum sulla ipotesi di intesa raggiunta. 

Ecco, nel dettaglio, il piano specifico per ogni realtà del gruppo. A Caserta, ad esempio, sarà costituito il polo europeo di ricambi e accessori, in cui troveranno inizialmente occupazione 320 persone. Il restante organico potrà avvalersi della possibilità di essere trasferito a Napoli, accedere al trasferimento volontario incentivato per Varese, accedere ai percorsi di uscita incentivata specificamente previsti per la Campania. È previsto, poi, l’impegno dell’azienda a continuare a cercare soggetti investitori per Teverola, con un apposito stanziamento di 2 milioni e la disponibilità a cedere a prezzi agevolati lo stabile, al fine di generare ulteriori opportunità occupazionali. Gli ammortizzatori sociali utilizzati saranno inizialmente la cigs per ristrutturazione e poi i contratti di solidarietà.

A None, invece, il magazzino sarà ceduto in continuità alla società piemontese Mole, ma in alternativa il personale potrà comunque optare per il trasferimento ad altra sede del gruppo o accedere ai percorsi di uscita incentivata. Il coinvolto dal trasferimento d’azienda riceverà in ogni caso un incentivo e gli sarà liquidato il tfr. Il centro ricerca e l’outlet resteranno fine al dicembre 2016, e il relativo personale potrà accedere sia al piano di uscite incentivate sia a modalità agevolate di trasferimento ad altra sede del gruppo. Qui si farà ricorso ai contratti di solidarietà.

Cassinetta si consoliderà come polo per l’incasso, con produzione di forni, frigoriferi e microonde e con un incremento occupazionale di 160 persone, oltre alla conferma dei lavoratori in somministrazione. Invece, Melano diventerà l’unica fabbrica per la produzione di piani di cottura, con rientro delle produzioni dall’estero e vi saranno concentrati anche gli addetti attualmente in forza ad Albacina. Si ricorrerà alla cigs e poi alla solidarietà. A Napoli si produrranno le lavatrici di alta gamma, anche con un modello aggiuntivo per i mercati extraeuropei. In questo caso, si farà ricorso solo alla solidarietà, come nel caso di Siena, dove vi sarà il polo di produzione dei congelatori orizzontali, con rientro di prodotti anche dall’estero e possibilità di crescita ulteriore verso nuovi mercati. Infine, Comunanza produrrà lavatrici con carica frontale e sarà produttore esclusivo di lavasciuga. Anche in questo caso, l’unico ammortizzatore sociale utilizzato saranno i contratti di solidarietà.

Per quanto riguarda gli uffici, verranno creati due centri direzionali a Milano e a Fabriano con circa 1.400 dipendenti complessivi (rispettivamente 800 e 600 unità), nel primo caso accorpando le attuali sedi di Comerio e Milano in una nuova sede ancora da definire tra Varese e il capoluogo lombardo.

Cgil: sfida positiva per il paese
“L’accordo rappresenta un utile esempio di come affrontare, attraverso relazioni industriali rispettose dei diversi interessi in campo, processi complessi di riorganizzazione produttiva e organizzativa che investono aree nazionali e internazionali”. È quanto dichiara Salvatore Barone, responsabile settori produttivi della Cgil. “I contenuti dell’intesa – rileva il dirigente sindacale – sono la dimostrazione che è possibile conciliare sviluppo e razionalizzazione produttiva, puntando su investimenti e innovazione, le vere leve di politica industriale per affrontare le fase di stagnazione dei mercati. L’acquisizione di Indesit da parte di Whirlpool offre così al mercato un nuovo e più robusto player, senza un radicale ridimensionamento dell’attività e dell’occupazione, come invece è avvenuto in casi analoghi”. Per l’esponente Cgil, “aver affidato a tutti gli stabilimenti italiani una mission produttiva, e in particolare aver assegnato un’attività strategica a quello di Carinaro, in provincia di Caserta, come riconoscimento del sacrificio occupazionale che comunque si determina sul territorio campano, è una sfida positiva per tutto il Paese. Una sfida che vede essere raccolta da altre forze produttive, in quanto anche l’accordo Whirlpool dimostra che sul Sud si può e si deve investire per attività non residuali”.

“Il merito di questo risultato – conclude Barone – è da attribuire alla determinazione dei lavoratori; al sindacato, che unitariamente e con altrettante capacità di guardare al futuro, ha saputo contrattare condizioni innovative di gestione del riassetto produttivo e occupazionale; all’azienda, che ha scommesso sulla piena affidabilità dei lavoratori italiani. Anche da questa intesa, deve finalmente nascere la consapevolezza che la nostra manifattura e i posti di lavoro si difendono creando sviluppo e coesione sociale. Il Governo deve passare dagli appelli a una politica per determinare, soprattutto nel Mezzogiorno, quel contesto favorevole per attrarre nuovi investimenti, senza cui prevarrà il dramma della disoccupazione”.

Fiom: vince il lavoro
Per la Fiom "l'intesa raggiunta oggi rappresenta una svolta nelle scelte che hanno segnato le relazioni industriali in Italia in questi ultimi anni. È il risultato della lotta di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori della Whirlpool, di una trattativa che abbiamo deciso di mantenere anche in situazioni difficili, della scelta dell'azienda di individuare soluzioni industriali condivise oltre che sostenibili e del sostegno dato dal Governo alla vertenza".

Il sindacato dei metalmeccanici sottolinea che "gli investimenti definiti nel piano integrano tra loro gli assetti industriali di Indesit e Whirlpool e, per entità e distribuzione in tutto il territorio nazionale, garantiscono all'Italia un ruolo centrale nell'assetto industriale in Europa, qualità e stabilità occupazionale nel Gruppo e nel settore dell'elettrodomestico, una missione in ogni unità produttiva, salvaguardando salario e diritti. L'impegno a tutela dell'occupazione contenuto nel piano cancella i licenziamenti previsti e prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali conservativi, a partire dai contratti di solidarietà, accompagnati dalla formazione e dalla riqualificazione dei lavoratori; significativi interventi di sostegno economico per i lavoratori interessati ai trasferimenti tra le sedi e le fabbriche del gruppo e nel trasferimento esterno all'azienda; il sostegno economico ai lavoratori nei percorsi di accompagnamento alla pensione, oltre che incentivi alle dimissioni".

"Con l'ipotesi di accordo raggiunta oggi in Whirlpool - prosegue la nota Fiom - il sindacato dei metalmeccanici afferma concretamente il principio della solidarietà tra i lavoratori dei territori del Centro-Nord verso un territorio, la Campania, segnato più di altri in questi anni di crisi dalla chiusura di stabilimenti e dalla perdita di occupazione, prevedendo il trasferimento di attività dai siti di Cassinetta e Fabriano in Campania e scongiurando così la chiusura dello stabilimento di Caserta".