Sciopero di otto ore oggi (martedì 10 dicembre) in tutta la provincia di Belluno dei lavoratori metalmeccanici, in concomitanza con la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil a Roma. A indirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil di Belluno e del Veneto, chiamando i lavoratori alla mobilitazione in difesa della Acc Wambao di Mel, fabbrica che la proprietà cinese vuole chiudere e “vicenda emblematica” per i sindacati della situazione del territorio. Prevista una manifestazione a Mel (Borgo Valbelluna), con partenza del corteo alle ore 9,30 dalla piazza cittadina e arrivo nel piazzale della Acc Wambao: qui si tengono i comizi di Stefano Cesa (sindaco di Borgo Valbelluna), Michele Ferraro (per Fiom, Fim e Uilm bellunesi), Rudy Roffarè (per Cgil, Cisl e Uil bellunesi), rappresentanti delle Rsu di Acc-Wambao, Safilo e Ideal Standard, e Antonio Silvestri (per Fiom, Fim e Uilm del Veneto).

Dopo le promesse di piani industriali mirabolanti, di investimenti e assunzioni, la realtà vissuta dai lavoratori di quell'azienda è stata costellata di cassa integrazione, licenziamenti e riduzione del salario", spiegano i sindacati dei metalmeccanici bellunesi: "Oggi, dopo cinque anni di proprietà cinese e dopo l’esperienza fallimentare dei fondi di investimento speculativi, quella che prima di queste gestioni incapaci e predatorie era un’azienda solida e profittevole e che ancora oggi produce compressori di qualità, sembra destinata alla chiusura”.

Ma la crisi della Wanbao, come ricordano i sindacati, colpisce un territorio già ferito dalla crisi: “La provincia di Belluno ha già vissuto continue ristrutturazioni aziendali, che hanno decimato importanti realtà territoriali e in cui le chiusure dell'Invensys e della Ferroli hanno già compromesso il tessuto industriale del territorio”. A ciò si aggiungono le preoccupazioni che riguardano anche altri settori importanti, quali quello dell’occhialeria, in particolare dalla minacciata ristrutturazione alla Safilo, che potrebbe comportare centinaia di licenziamenti.

Non possiamo rassegnarci a un destino di desertificazione industriale e di impoverimento del territorio che avrebbe ricadute drammatiche su tutti i lavoratori e le lavoratrici", insistono Fiom, Fim e Uilm: "Oggi le multinazionali decidono le sorti di migliaia di lavoratori senza assumersi nessuna responsabilità nei confronti dei lavoratori e delle comunità. Dall’Ilva alla Embraco, dalla Whirpool alla Acc Wanbao, la storia è sempre la stessa: sfruttamento e macerie”.

Di qui la richiesta che è alla base della mobilitazione: “Serve che la politica intervenga con decisione muovendo le leve in suo possesso, impedendo che le multinazionali continuino a operare senza alcun impegno e responsabilità. Serve un’idea e una pratica di politica economica e industriale, basata sugli investimenti pubblici e privati oggi del tutto assenti. Il lavoro è un elemento fondativo della nostra Repubblica. La nostra Costituzione tutela il diritto al lavoro e i diritti dei lavoratori per far rispettare questi principi fondamentali che oggi i metalmeccanici sono in sciopero”.