“E' evidente che gli ultimi dati Istat sulla produzione industriale sono la certificazione che le politiche messe in atto dal governo non creano posti di lavoro. Ed è incredibile come questo esecutivo voglia “tritare” lo Statuto dei lavoratori e quindi togliere diritti a tutti pensando che questo possa creare lavoro. Quest'operazione ha veramente dell'incredibile in questa fase, invece di concentrarsi su una redistribuzione utile a investire e a dare posti di lavoro ai più giovani”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Emilia Romagna, Vincenzo Colla, ai microfoni di Italia Parla, su RadioArticolo1.

Recentemente Colla è stato molto duro con il ministro del Lavoro Poletti, affermando che si dimentica di esserlo e pensa di essere il ministro dell'industria. “Oggi mi sembra che i fatti mi diano ragione – ha affermato il segretario dell'Emilia Romagna -. Vedere un ex presidente della Lega delle Cooperative presentare la cancellazione dello Statuto dei lavoratori a me ha fatto un certo effetto. Pensavo che la cultura dalla quale proviene potesse invece affermare le radici e i valori che arrivano da lontano e che tra l'altro hanno anche un intreccio con il mondo sindacale. Non è così, forse sta dimenticando che lui è il ministro del lavoro. Al ministro dell'industria c'è la dottoressa Guidi, che rappresenta benissimo le istanze imprenditoriali. Tanto bene che il governo infatti è sotto dettatura del manifesto della Confindustria. Quello che sta succedendo è chiarissimo, e Poletti sembra quasi fare dacassa di risonanza per dire "sono di sinistra, stiamo facendo la cosa giusta".

Undici piazze in Emilia Romagna saranno piene il 12 dicembre per lo sciopero generale. “Abbiamo motivo di pensare - ha continuato Colla - che domani quelle saranno piazze che daranno una risposta di consenso alle proposte della Cgil, in questo caso anche della Uil. Saranno piazze stupende, ma soprattutto abbiamo motivo di pensare che sarà anche uno sciopero molto diffuso e molto importante. Se il governo dopo quelle piazze non prende atto che bisogna riaprire una discussione di confronto, noi continueremo ad andare avanti con le nostre iniziative. Se ci tolgono dall'alto i diritti noi li faremo entrare luogo di lavoro per luogo di lavoro dal basso”.