L’Università per Stranieri di Perugia deve essere considerata come un “bene comune”, per la città, per l’Umbria e per l’intero paese. Essa infatti non rappresenta soltanto un enorme patrimonio culturale dell’Italia, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, ma riveste anche un fondamentale valore sociale ed economico in primo luogo per la città, il cui destino è legato dunque a doppio filo a quello dell’ateneo. Da questo ragionamento nasce l’iniziativa “La Stranieri per Perugia, Perugia per la Stranieri” che la Camera del Lavoro provinciale ha promosso questa mattina, 4 febbraio, insieme alla Flc Cgil dell’Umbria, presso la sala della Vaccara di Perugia.

Un’iniziativa molto partecipata e arricchita da numerosi interventi, nella quale è pesata però l’assenza del sindaco di Perugia, Andrea Romizi. “Amministrare una città come Perugia, tanto più se inaspettatamente, è certamente un compito difficile – ha osservato Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil di Perugia – ma evitare il confronto non è mai un buon modo per affrontare i problemi”.

Problemi che la Cgil intende invece porre al centro di una riflessione pubblica e partecipata. “E questo perché – ha spiegato nel suo intervento di apertura Domenico Maida, segretario generale della Flc Cgil dell’Umbria - la relazione tra università e città è un tema serio di politica economica che ha risvolti prima di tutto sulle lavoratrici e i lavoratori dell’ateneo”.

Ne sanno qualcosa i circa 40 CEL (Collaboratori Esperti Linguistici) che dopo anni di lavoro precario, con contratti di 6-7-10 mesi, rinnovati di anno in anno, ora sono rimasti fuori. “Insistiamo sulla realizzazione del punto del programma elettorale del Rettore, di collocare i Cel a tempo determinato oltre l’area della precarietà – ha affermato Maida - che significa assicurare il ricambio necessario, confermando standard di qualità elevati”.

Sull’importanza delle sinergie tra istituzioni, enti di alta formazione e città ha insistito anche la vicepresidente della Giunta Regionale, Carla Casciari, che nel suo intervento ha sottolineato in particolare le potenzialità del progetto “Umbria Academy”, rivolto in particolare agli studenti cinesi e ha rivendicato il ruolo di coordinamento che la Regione può e deve svolgere in materia di alta formazione.

“L’Italia molto spesso ha degli straordinari patrimoni che non riesce a valorizzare al meglio e l’Università per Stranieri di Perugia mi sembra un esempio calzante – ha detto nel suo intervento Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Cgil – stiamo assistendo, soprattutto nel Mezzogiorno, ma non solo lì, ad una progressiva desertificazione dell’alta formazione, conseguenza diretta della pesantezza dei tagli e delle modalità di valutazione adottate. Un’impostazione apolitica – ha osservato Fracassi - finalizzata solo alla razionalizzazione economica che si sta dimostrando fallimentare”.

Dunque, con l’iniziativa odierna la Cgil, quella territoriale, ma anche quella nazionale, si impegna a porre la questione dell’Università per Stranieri, con al centro la condizione di chi in essa lavora, a tutti i livelli, compreso quello governativo, tanto più che l’attuale ministro dell’Università, Stefania Giannini, è stata a lungo alla guida del secondo ateneo perugino.