"Da parte delle forze politiche che si candidano a governare il paese occorre una proposta alternativa di università, rispetto ai disastri dei governi Monti e Berlusconi". È quanto afferma la Flc Cgil di Foggia, commentando l'ulteriore taglio di 400 milioni al fondo ordinario. E se il rettore dell'università dauna ha chiarito che non esiste un rischio default per l'ateneo locale, "di certo, questa ulteriore scure avrà pesanti ricadute sul funzionamento complessivo degli atenei".

Tra le "vittime" di questi tagli, ci sono soprattuttole università più piccole e quelle del Mezzogiorno, a causa di un meccanismo che "premia" quegli istituti dove più alte sono le tasse. "L'alternativa diventa – lancia l'allarme la Flc di Capitanata – ridurre l'offerta didattica, la ricerca, i servizi, precarizzare il lavoro, aumentare ulteriormente i costi a carico di studenti e famiglie. E in territori che, come il nostro, che soffrono di una pesante disoccupazione e di un reddito medio tra i più bassi del paese, significa allontanare i giovani dall'università. A sua volta, il calo degli iscritti significherà minori introiti, di fatto, il viatico alla distruzione dell'università pubblica".

Per la Flc di Capitanata, "dalle forze politiche che hanno a cuore la difesa del diritto costituzionale allo studio, ci aspettiamo parole chiare su cosa immaginano per l'università e la ricerca italiana nel futuro. Secondo noi, formazione, lavoro e crescita sono fattori interconnessi e inscindibili. Occorrono programmi seri e forti investimenti per tutto il sistema pubblico della conoscenza".