L'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo è da poco arrivato nella sede centrale della banca, a Milano. Alla vista dei cronisti, l'autista del manager lo ha fatto scendere in corrispondenza di un ingresso diverso da quello principale, che Profumo ha imboccato con rapidità sfuggendo a ogni domanda.
In precedenza, dalle sette e mezza in poi, sono arrivati i vice Ceo Sergio Ermotti, Paolo Fiorentino e Roberto Nicastro, il presidente Dieter Rampl e il vicepresidente Vincenzo Calandra Buonaura. E' l'inizio di una lunga giornata che si concluderà con il consiglio di amministrazione straordinario convocato alle 18 nel quale, con ogni probabilità, si avranno le dimissioni d Profumo, per la controversia sugli azionisti libici.
"Mi mandano via". Sono le poche parole, riportate dal Corriere della Sera, che l'ad Unicredit, ha confidato ad un amico già domenica, riferendosi alle pressioni di alcuni grandi azionisti della banca. Profumo "non cede - scrive il Corriere - alla tentazione di rassegnare subito le dimissioni", preferendo "aspettare il consiglio di amministrazione" ma non nasconde "la forte amarezza per essere trattato così, dopo quindici anni" di dedizione assoluta alla "sua" banca.
"Amarezza, ripete, anche per il "rapporto personale con Rampl", andatosi deteriorando fino alla rottura, prosegue il Corsera. Profumo, riferisce il quotidiano di via Solferino, "si rammarica con i suoi dell'incomprensione delle Fondazioni che temono di venir scalzate dai fondi del governo di Muammar Gheddafi, ma riconosce di non essere riuscito a comunicare nei tempi e nei modi giusti le scelte fatte "solo nel nome della stabilità della banca". E, spiega alle persone a lui più vicine, "non si capisce" perché "la polemica sui libici si sia spostata a quella sulla redditività". Unicredit, sostiene il suo amministratore delegato, fa meglio dei suoi concorrenti e tenuto conto dei tempi difficili "c'è di che essere soddisfatti".
Unicredit: Profumo in sede, è il giorno delle dimissioni
21 settembre 2010 • 00:00