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È stato finalmente raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto dell’edilizia, che interessa più di un milione di addetti. Il contratto, sottoscritto con Ance e Coop dai sindacati di categoria Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl, prevede un aumento di 55 euro per l'operaio comune e di 71,50 per l'operaio specializzato, l’incremento di altri 2 euro (che diventano 2,6 per l'operaio di terzo livello) del contributo collettivo obbligatorio per la previdenza complementare (Prevedi), un aumento totalmente a carico delle imprese sia delle aliquote per la sanità integrativa (0,35 per cento sulla massa salari) sia di quelle per il Fondo prepensionamento (+0,10 per cento, arrivando così allo 0,20).
Il rinnovo stabilisce anche il versamento dello 0,10 per cento per la costituzione di un Fondo per incentivare l’occupazione giovanile. Salvaguardato infine il secondo livello di contrattazione territoriale, individuando nel 1° luglio 2019 la data per la ripartenza delle trattative di secondo livello. La scadenza del contratto è stata fissata al 30 settembre 2020, allineandola alla fine dell’anno della Cassa edile.
“Abbiamo mantenuto la funzione salariale del contratto con aumenti sui minimi tabellari secondo le prassi e le specificità in atto nel settore dell’edilizia, in piena sintonia con l’Accordo interconfederale del 9 marzo scorso firmato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria", spiegano i segretari generali Alessandro Genovesi (Fillea), Vito Panzarella (Feneal) e Franco Turri (Filca): "Un Accordo che riconosce al ccnl sia una funzione salariale certa sia una funzione di sostegno a forme di welfare integrativo di natura bilaterale". Gli esponenti sindacali sottolineano anche di "aver concordato significative innovazioni che favoriranno una stagione di contrattazione territoriale importante, per dare coerenza alla filosofia e alle prescrizioni contrattuali. L’obiettivo raggiunto è stato quello di rimettere le Casse edili al centro di servizi a favore dei lavoratori, con costi gestionali e un’efficienza del sistema coerenti con la loro missione sociale e con un 1,05 per cento sia alle imprese sia ai lavoratori”.
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato positivamente il contratto: “Più di un milione di lavoratori edili hanno un contratto nuovo, innovativo che stabilisce aumenti salariali per i lavoratori del settore e guarda ai giovani e alle nuove forme dio lavoro. Insomma un ottimo contratto”.
“Trovo di particolare interesse - prosegue il leader della Cgil - l’attenzione che è stata data ai giovani. Un Fondo costituito ad hoc, infatti, provvederà, tramite la cassa edile, ad avvicinare e formare i giovani al nuovo lavoro in edilizia, un settore tra più soggetti a trasformazioni nei metodi di produzione e nell’utilizzo di nuovi materiali. Per la prima volta chi lavora con partita Iva potrà iscriversi alle Casse Edili e avrà quindi gli stessi trattamenti e la stessa formazione sulla sicurezza di tutti gli altri lavoratori”.
“Importante è anche - aggiunge Camusso - la condivisione tra sindacato e imprese sulle priorità nella politica industriale del settore. Ance e Sindacati hanno, infatti, concordato una posizione comune su come qualificare le stazioni appaltanti, agevolare l’accesso al credito, semplificare le procedure di appalto. Indicazioni chiare offerte ai decisori politici che guardano alla competitività del settore senza pesare sul lavoro, sui diritti e sulla sicurezza”.
“Questo contratto - conclude il segretario del sindacato di Corso Italia - dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che la contrattazione sa coprire le esigenze e i bisogni dei lavoratori meglio e in modo assai più completo che qualunque rigidità legislativa”.
Il rinnovo prevede il rilancio delle scuole edili e dei Cpt per la sicurezza, con una particolare attenzione alla formazione dedicata alle nuove tecniche costruttive, ai nuovi materiali, all’industrializzazione 4.0 del cantiere. Tra le novità più significative il potenziamento del Fondo nazionale per il ricambio generazionale, allo scopo di “favorire il raggiungimento del pensionamento anticipato agli edili che abbiano i requisiti soggettivi individuati da apposito regolamento” e l’istituzione di un Fondo per incentivare l’occupazione giovanile “anche al fine di qualificare sempre di più il settore”. Per la prima volta, inoltre, è stata “riconosciuta la possibilità alle partite Iva presenti in cantiere di poter accedere alle Cassa edili, in particolare alla formazione, all’aggiornamento e alle prestazioni relative a salute e sicurezza. Si tratta di un caso concreto di contrattazione inclusiva per ricomporre diritti e tutele che si rivolge potenzialmente a circa 200 mila persone, non imprese artigiane, figure specialistiche come restauratori, archeologi, geometri, architetti e altri”.
Il contratto valorizza la funzione del sistema bilaterale tradizionale in materia di welfare “con la costituzione del Fondo nazionale paritetico per l’assistenza sanitaria integrativa a favore di tutte le maestranze e degli impiegati, alimentato da un’aliquota totalmente a carico delle imprese, complessivamente dello 0,60 per cento a favore degli operai, da versare in Cassa edile su un minimo di 120 ore, e da un contributo specifico dello 0,26 per cento della retribuzione per gli impiegati. La Cassa edile svolgerà la funzione di sportello a favore degli operai”.
Ma Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl già guardano al futuro. "Le sfide da affrontare sono la lotta al dumping contrattuale, e quindi l’applicazione del contratto edile a tutti i lavoratori impegnati nei cantieri, e la vera ripresa del settore, con la realizzazione delle infrastrutture necessarie al rilancio del Paese e con l’accelerazione della cantierizzazione di più opere possibili", concludono Genovesi, Panzarelle e Turri: "Con questo contratto le parti sociali confermano l’importanza di investire su un sistema di relazioni industriali che sempre di più deve mettere al centro l’impresa e il lavoro di qualità, scommettendo sul futuro del settore”.