L’Umbria è la terza regione italiana in cui il livello dei consumi è arretrato di più dall’inizio della crisi. Se nel 2007, infatti, la spesa media mensile delle famiglie si attestava a 2.708 euro, nel 2013 il valore è sceso a 2.345 euro, con una flessione del 13,4%. Solo Molise (-17,74%) e Calabria (-16,52%) hanno fatto peggio. “Un dato, quello pubblicato nell’edizione odierna de Il Sole24Ore, che non fa altro che confermare la nostra analisi: in Umbria, nonostante livelli di salari e pensioni più bassi della media nazionale, la crisi continua a colpire con una pesantezza che non ha pari in Italia, se non in alcune aree del meridione”. Questo il commento di Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell’Umbria, ai dati pubblicati dal quotidiano economico.

Ma oltre al crollo dei consumi, il Sole24Ore mette in evidenza un altro dato estremamente allarmante, per quanto non sorprendente: la provincia di Terni risulta tra quelle più duramente colpite dalla crisi, addirittura al settimo posto tra le 103 prese in esame dal quotidiano. “Anche qui – afferma ancora Bravi – gli allarmi più volte lanciati dalla nostra organizzazione, trovano riscontro nell’evidenza dei fatti, rendendo sempre più irrinunciabile un dibattito vero intorno alle nostre proposte, come quella per il riconoscimento di Terni come area di crisi complessa. Più in generale – conclude Bravi – crediamo che l’attuazione di un Piano del Lavoro per l’Umbria, inserito nel più ampio contesto dell’Italia di mezzo, risulti ormai una necessità improcrastinabile. Facciamo perciò appello, ancora una volta, alle istituzioni e alle imprese, affinché non si perda ulteriore tempo e si apra una stagione di rilancio degli investimenti e dell’occupazione per fermare il declino”.