"Abbiamo già espresso, durante la fase di partecipazione, alcune nostre perplessità sul disegno di legge che definisce il riordino istituzionale nella nostra regione. Abbiamo inviato non solo le nostre osservazioni, ma anche le nostre proposte unitarie di categoria e confederali, condivise dalle Rsu". Così Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, a proposito di riordino istituzionale.

"Tuttavia, la decisione assunta dalla commissione competente di non affrontare le criticità, da noi rilevate, ci preoccupa per il futuro dei lavoratori delle comunità montane e di quelli delle Province di Perugia e Terni, e per il futuro dei servizi resi ai cittadini. Le molte questioni non risolte evidenziano un quadro ancora con molte incertezze", proseguono i sindacati.

"Una situazione che potrebbe aggravarsi, se fossero confermate le ultime notizie dal Governo, che potrebbe rinviare il trasferimento del personale a settembre. Ci preoccupano i tagli di spesa indiscriminati, previsti dal Governo negli enti locali, comuni, province e regioni. Una decisione, quella dell'esecutivo, che, di fatto, condanna i lavoratori a una estrema incertezza occupazionale. Un 'delirio' e una confusione istituzionale, che certo non appare compiutamente risolta, e affrontata anche nel disegno di legge che la Regione si appresta a varare", aggiungono le tre sigle.
 
"Continueremo, anche durante i lavori in aula, a chiedere gli emendamenti già proposti: una destinazione certa per i lavoratori delle comunità montane verso le unioni dei comuni, senza ambiguità sottintese, che potrebbero prevedere altri soggetti privi di potestà di datori di lavoro, e un ulteriore rafforzamento delle forme di incentivazione alle unioni comunali. relazioni sindacali stabili che accompagnino la fase di transizione con un protocollo di intesa per i lavoratori delle province che regoli con trasparenza la mobilità e il trasferimento di funzioni, di risorse e di personale", rilevano ancora Cgil, Cisl e Uil regionali.

"È necessario fare di più, per salvaguardare i servizi; salvaguardare professionalità e occupazione; salvaguardare la funzionalità e la sostenibilità del sistema; salvaguardare la coerenza con lo spirito di altre riforme, come quella di comunità montane e Afor. Valuteremo con i lavoratori le opportune iniziative, ricordando che a Roma, l'11 aprile, si terrà una prima grande manifestazione nazionale dei lavoratori delle province", concludono i confederali.