Le Segreterie regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa–Cisal, Orsa e Fna-Ugl, esprimono "estrema preoccupazione" per la notizia appresa in questi giorni, relativa alle prescrizioni sulla sicurezza che impongono dal 1 ottobre di viaggiare sulla linea ex Fcu (Ferrovia centrale umbra), ad una velocità massima di 50 Km orari. "Tali prescrizioni, frutto del recepimento da parte dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (ANSF), del decreto del 5 agosto 2016 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, aggravano una situazione già tutt’altro che rosea - scrivono in una nota i sindacati - rischiando di compromettere ulteriormente un servizio già pesantemente indebolito dalle difficoltà societarie attraversate dalla compagine gestrice dell’infrastruttura Umbria Mobilità spa".

I rappresentanti dei lavoratori definiscono "a dir poco surreale il fatto che, di fronte a una circolare che impone limiti derivanti dalla sicurezza, non si trovi altra soluzione che quella di ridurre la velocità di esercizio a 50 km orari, ed inoltre di arrestarsi ad ogni passaggio a livello non munito di segnaletica, con la conseguenza di una allungarsi della durata del viaggio". Ed "ancora più surreale", secondo i sindacati, appare il fatto che, "essendo datato 5 agosto, nessuno aveva previsto gli effetti dirompenti del decreto ministeriale sopracitato".

"Questa vicenda rischia di affossare, anzi, di azzerare il trasporto su ferro in Umbria", avvertono ancora le organizzazioni sindacali, "scoraggiando ulteriormente i clienti e generando una situazione difficilmente recuperabile anche negli anni futuri, proponendo, peraltro, un servizio non assolutamente all’altezza delle tariffe applicate che, anzi, dovrebbero essere riviste in modo da rendere il servizio appetibile e competitivo rispetto alle altre modalità di trasporto".

Il tutto crea notevoli disagi anche agli addetti del settore, dipendenti sia di Umbria Tpl e Mobilità per quanto riguarda la gestione dell’infrastruttura ferroviaria, circa 45 unità, sia di Busitalia per quanto riguarda il personale viaggiante dei treni, circa 85 unità, rischiando di metterne a repentaglio i posti di lavoro. "Pertanto - concludono i sindacati - non si può non richiamare tutti i soggetti coinvolti alle loro responsabilità, chiedendo alle dirigenze di Umbria Tpl e Mobilità Spa e di Busitalia Sita Nord Srl, di trovare soluzioni rapide e condivise, assumendosi là dove necessario anche responsabilità importanti poiché è questo il ruolo che compete a dirigenti seri e affidabili".