In Umbria 70 tirocinanti della giustizia chiedono risposte e futuro. Per questo il  coordinamento Regionale dell'Upg (Unione precari della giustizia) ha scritto una lettera al presidente della Regione Umbria, Catiuscia marini, e al presidente del Consiglio regionale Eros Brega sulla situazione di "lavoratrici e lavoratori di aziende in crisi e laureati inoccupati e disoccupati che, inseriti in un processo di formazione promosso prima da Regione e Province e successivamente dal  ministero di Giustizia da ormai 4 anni, non hanno ad oggi alcuna garanzia per il futuro occupazionale e sono in questo momento del tutto privi di una prospettiva per il futuro. Il loro inserimento nell'Ufficio per il processo non ha prodotto, infatti, alcuna norma che ne preveda la presenza all'interno degli uffici giudiziari per il 2015".

"Non possiamo credere – si legge nella lettera – che non possa essere trovata una risposta per questi lavoratori, che per anni hanno dato il loro contributo per circa 200 euro al mese, spese escluse, quindi pressoché gratis e privi di ogni diritto e che ora rischiano di essere tagliati fuori dopo essere stati formati e avere dedicato 4 anni della loro vita lavorativa agli uffici giudiziari". "Crediamo che le Regioni, ovvero i soggetti che sul territorio hanno per prime promosso questo percorso formativo e di reinserimento nel mondo del lavoro – continua la missiva –, debbano da un lato essere in prima linea per chiedere al ministero di individuare una soluzione a questa vertenza, attraverso un percorso di regolarizzazione contrattuale, dall’altro ragionare sulla possibilità di individuare le modalità di sostegno, anche economico, per lavoratori che, avendo speso tutto il periodo coperto da ammortizzatori sociali riqualificandosi e lavorando per gli uffici giudiziari, oggi si trovano senza alcuna fonte di reddito".

"Invitiamo, pertanto, la Regione Umbria, alla imminente Conferenza Stato- Regioni prevista per il giorno 11 marzo, a chiedere che venga inserita alla successiva Conferenza la questione dei tirocinanti della giustizia, al fine di far convergere le parti presenti nella ricerca di una possibile soluzione alla questione", conclude la lettera.