Nel 2014, l'Ufficio vertenze della Cgil del Trentino ha rimesso nelle tasche dei legittimi proprietari, i lavoratori, ben 3 milioni e 931.000 euro. È uno dei dati più significativi - e per certi versi preoccupanti , se osservati dal punto di vista del sistema economico - dell'attività dell'ufficio legale del sindacato, illustrati oggi in una conferenza stampa dal responsabile dell'Uvl, Antonio Trombetta.

La consistenza del recupero crediti, infatti, testimonia la crescente difficoltà delle imprese, causa il perdurare della recessione economica, a pagare regolarmente i propri dipendenti o a rispettare gli impegni verso di loro, nel momento del fallimento. I 3,9 milioni recuperati lo scorso anno rappresentano il dato più alto dal 2000. Solo negli ultimi cinque anni, complessivamente, l'Uvl è riuscito a restituire ai lavoratori ben 13,3 milioni.

Guardando al dettaglio, il numero delle pratiche aperte, nel corso del 2014, resta elevato, attestandosi a quota 887. In generale, lo scorso anno le aziende coinvolte sono state 556. I contratti collettivi di lavoro, cui hanno fatto riferimento le singole vertenze, sono stati in tutto 66. L'attività di recupero crediti pesa per il 37,3% delle pratiche avviate; seguono le semplici consulenze con il 34,8; le procedure concorsuali (22); le violazioni contrattuali (5,9). Più nello specifico, il 23,1% delle vertenze ha riguardato la richiesta alle aziende della corresponsione di competenze retributive o Tfr; il 25,5 sono state riferite a procedure di fallimento e il 13,7 al controllo della busta paga e del trattamento di fine rapporto. Una ventina sono state le impugnazioni di un licenziamento economico, pari al 2,3% delle pratiche aperte durante l'anno dall'Uvl della Cgil trentina. Per quanto riguarda i settori coinvolti, a registrare livelli di contenzioso più elevati sono stati: l'edilizia (34,27% delle pratiche aperte), il metalmeccanico (19,84), il turismo (8,90) e le imprese di pulizia (8,33).