L’emendamento socialista sull’Isds, l’arbitrato tra investitori e Stato, costringe l’Aula del parlamento europeo a rimandare il voto sul Ttip, il trattato di libero scambio tra Unione europea e Stati uniti.

La decisione è stata motivata, dal punto di vista tecnico, dall’eccessivo numero di emendamenti e richieste di voto separato, in tutto circa 200. Un numero alto, ma non assolutamente impossibile da affrontare. Il rinvio è anche frutto della pressione esercitata dai sindacati, dalle tante associazioni e dai comitati, dai milioni di cittadini europei contrari al trattato. Alla vigilia del voto del Parlamento europeo sul Ttip, il coordinatore delle politiche europee e internazionali della Cgil nazionale, Fausto Durante ha inviato una lettera a tutti i parlamentari europei eletti in Italia per chiedere che la risoluzione del Parlamento europeo “escluda dall'eventuale accordo finale il meccanismo Isds, ossia l'arbitrato internazionale a favore delle imprese nelle controversie con gli Stati nazionali”.

“Il 10 giugno - si legge nella lettera - lei voterà il rapporto del Parlamento europeo sul Ttip. Si tratta di un rapporto molto importante, che influenzerà i negoziati sull'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America. Se è vero che il rapporto contiene alcune risposte positive circa i diritti del lavoro e la piena ed effettiva ratifica delle otto convenzioni fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), noi pensiamo che sia necessario correggere quanto previsto al paragrafo 1 (d) (xv) del rapporto. L'attuale formulazione può essere interpretata come un mezzo per introdurre nell'accordo il meccanismo Isds, Investor-State Dispute Settlement”.

“Come lei saprà - prosegue Durante nella missiva - si tratta di un tema estremamente controverso, la cui presenza nel testo finale dell'accordo influenzerebbe negativamente le valutazioni sull'accordo stesso da parte del movimento sindacale europeo. La Confederazione europea dei sindacati insieme al sindacato americano Afl-Cio e alle Confederazioni sindacali dei diversi Paesi europei, inclusa la Cgil, esprimono una forte opposizione all'Isds, come testimoniato anche dagli oltre due milioni di cittadini europei che hanno siglato un'apposita petizione.

“In vista del voto del 10 giugno, considerando che gli investimenti sono già sufficientemente protetti dai sistemi legali esistenti negli USA e nell'Unione europea, le chiediamo - conclude il dirigente sindacale - di fare in modo che la risoluzione del Parlamento europeo sul Ttip escluda, esplicitamente, il meccanismo Isds dall'eventuale accordo finale”.