Dopo l’annuncio che ha sconvolto i lavoratori dell’azienda tessile Triumph per la possibile chiusura del magazzino di Trescore (Bergamo), con 56 posti di lavoro a rischio, questa mattina (14 gennaio) in Confindustria si è tenuto un nuovo incontro fra Filtea Cgil, Femca Cisl e azienda. “Triumph oggi ha ribadito le proprie posizioni e la decisione presa in merito alla logistica” ha detto Fulvio Bolis, segretario generale provinciale della Filtea, all’uscita dalla sede di Confindustria.
“Continuiamo a considerare quella dell’azienda una scelta miope. Le chiediamo, perciò, di assumersi la responsabilità sociale di quanto sta facendo e di valutare l’utilizzo di ammortizzatori sociali, in particolare dello strumento dei contratti di solidarietà. Quest’ultimo, infatti, a fronte del calo dei volumi da movimentare, permetterebbe di ridurre i costi pur mantenendo in piedi la struttura e senza perdere posti di lavoro. Il caso dell’ipotetica chiusura del magazzino Triumph rappresenta una novità nel panorama della crisi in bergamasca, che per questo necessita un’attenzione particolare, in un settore, quello tessile, che per primo, anni fa, ha subito i colpi della crisi: qui non si tratta di spostare, delocalizzare un’attività produttiva. Qui si arriva a spostare anche la distribuzione. Per questo chiediamo anche un’assunzione di responsabilità da parte di Confindustria”.
Intanto, domani mattina dalle ore 8 alle 9.30 si terrà una nuova assemblea con i lavoratori. Venerdì mattina, poi, è in programma un ulteriore incontro con l’azienda in Confindustria. Lo smantellamento della Triumph comincia da lontano: nel maggio 2004, l’azienda annunciò 113 esuberi per la cessazione della produzione dell’intimo Sloggi (spostata da Trescore all’estero). Fra trattative e cassa integrazione gli esuberi scesero a 88. Chiuso il reparto di cucito, rimasero in piedi l’attività logistica del magazzino (ora a rischio), i negozi monomarca e gli uffici.
Triumph (Bg), nuovo confronto sui 56 posti a rischio
14 gennaio 2010 • 00:00