“Ci sono segnali positivi nell'industria trentina, che vanno colti e sostenuti perché la ripresa economica possa concretizzarsi, portando il nostro territorio finalmente fuori dalla crisi”. Commenta così il segretario generale della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli, l'annuale rapporto sui bilanci delle più significative realtà industriali della provincia. L'analisi realizzata da Cgil del Trentino, prende in considerazione i dati 2014 di 108 realtà. La crescita del fatturato, del numero di aziende in utile, così come il miglioramento del tasso di profitto, dei tassi di produttività e di redditività dimostrano che il tessuto industriale sta reagendo, seppur è evidente che dietro questo quadro generale, sostanzialmente migliore del passato, ci sono situazioni tra loro molto diversificate, con aziende ancora in sofferenza e altre ormai fuori dalle difficoltà.

I segnali di miglioramento registrati nei bilanci 2014, inoltre, sono coerenti con i dati emersi sul fronte dell'occupazione, dove si è registrato un incremento del numero degli occupati e del tasso di attività, “segnale che l'economia locale ha ricominciato a muoversi”. Il segretario, però, mette in guardia da facili ottimismi. “E' troppo poco per dire che la crisi è finita o che il Trentino ha portato a termine il percorso di ristrutturazione industriale”. La priorità è ancora sostenere con strumenti adeguati il processo di rigenerazione del tessuto produttivo provinciale, in particolare continuando ad investire su politiche attive del lavoro: “E' fondamentale mettere a disposizione strumenti innovativi e, dunque risorse, che sostengano il lavoratore nelle fasi di transizione occupazionale”.

Parallelamente è necessario continuare ad investire con determinazione sulla conoscenza a tutti i livelli, dalla formazione professionale alla ricerca. “Ribadiamo la necessità – conclude Ianeselli - che la Provincia orienti le risorse pubbliche in investimenti di contesto, a partire dalla conoscenza perché è investendo risorse per dare valore e qualità al nostro capitale umano che si sostiene lo sviluppo del nostro territorio. Sono risorse umane formate e qualificate, centri di ricerca e alta formazione che creano i presupposti per attrarre servizi e industrie sul nostro territorio e rigenerarne il tessuto produttivo”.