Da moltissimi anni, nella nostra Regione non si costruisce più nemmeno un chilometro di linea ferroviaria. Anzi, in qualche caso siamo in presenza di situazioni di abbandono, degrado e chiusura della rete ferroviaria esistente. Abbiamo avuto modo di dimostrare che in Veneto ci sono collegamenti, che con una buona frequenza di treni e capillarità delle relazioni, possono sostituire l’uso dell’auto privata, incrementano la domanda di servizio, e costituiscono la dimostrazione che sono le condizioni dell’offerta, la base per la scelta sul mezzo da utilizzare da parte dell’utenza". Così Ilario Simonaggio, segretario generale della Filt Veneto.

"Siamo convinti che se si dedicasse la stessa attenzione, messa a risultato sulle grandi opere ferroviarie in ogni buona opera delle relazioni interdipendenti, ci guadagnerebbe l’intero servizio, comprese le relazioni chiamate frecce. La dimostrazione sono le navette Padova-Venezia negli orari 'di morbida', che consentono una volta introdotte, conosciute dall’utenza, di avere una risposta con buoni tassi di riempimento dei treni. Offerta e domanda, almeno in alcune direttrici, si sorreggono a vicenda, con la conferma di quanto asserito da sempre dalla pianificazione dei trasporti", prosegue il dirigente sindacale.

"In questo quadro, si dovrebbero connettere decisamente meglio i nodi urbani con la metropolitana di superficie, con nuove stazioni localizzate nella prima periferia dell’urbe, in cui la frequenza e la velocità commerciale sono decisamente competitive con l’auto privata. Rilanciare e completare il sistema ferroviario metropolitano di superficie, è quindi un imperativo per i trasporti pubblici, con linee di adduzione dei bus alle stazioni. Vorremmo un incremento di treni e di stazioni al servizio della mobilità dei pendolari veneti", continua l'esponente Cgil.

"In tale quadro, ci sono molti lavori possibili anche a costi decisamente contenuti rispetto alla alta velocità ferroviaria. La ferrovia Padova-Chioggia è una di queste opere strategiche per la Regione Veneto, perché permetterebbe un collegamento naturale, richiesto da una relazione che gravita su Padova da tutta l’asta Piovese-Conselvano, in provincia di Padova, e da Cavarzerano–Chioggia, per la provincia di Venezia.
Inserita nel piano d’assetto territoriale della Provincia di Padova, negli anni 2000 è stata poi tolta dalla stessa provincia, per la scelta di privilegiare collegamenti stradali come la Romea commerciale, o la camionabile del grande raccordo anulare di Padova", osserva ancora Simonaggio.

"Ora, i salutari ripensamenti in corso sulla realizzazione della Romea commerciale, pongono l’urgenza della messa in sicurezza di tale strada, opera veramente indispensabile, a costi contenuti. Si tratta in definitiva di tante buone opere sul sedime attuale, come l’eliminazione dei punti neri della viabilità, la buona tenuta della strada, la attenta e aggiornata segnaletica orizzontale e verticale, la realizzazione di qualche rotatoria che elimini alcuni attraversamenti e immissioni a raso di notevole incidentalità", aggiunge il leader della Filt regionale.

"In parallelo, si realizzi la ferrovia Padova – Chioggia, soprattutto dopo la assurda decisione del Comune di Padova di rinunciare al finanziamento statale disposto a favore del metrobus sul percorso del SIR 3, relativo al collegamento Padova – Legnaro. Rinunciare a finanziamenti già stanziati per modalità innovative di TPL, senza proporre nulla in alternativa è una decisione inaccettabile. Purtroppo, la nuova Amministrazione Comunale di Padova pare 'tarantolata' a distruggere qualsiasi proposta e decisione, compreso perdere i finanziamenti, che sia l’opera della precedente esperienza amministrativa. Forse, non si deve governare una città complessa, come Padova, avendo un unico imperativo: rimuovere l’esistenza di una diversa impostazione sociale e culturale", rileva il sindacalista.

"Siamo convinti che si debba potenziare l’uscita a sud delle merci dall’Interporto di Padova, senza impegnare più passaggi con la stazione centrale. Chiediamo che si realizzi la gronda sud della linea ferroviaria collegamento Interporto – linea Padova-Bologna. Una nuova linea ferroviaria di collegamento consentirebbe un efficace potenziamento dei collegamenti diretti dal comprensorio termale più grande in Europa (Abano - Montegrotto) ai comuni della corona di Padova, tra cui Albignasego, il più popoloso della Provincia, dopo il capoluogo, con la chiusura positiva della raggera ferroviaria padovana. Si dovrebbero prevedere nuove stazioni ferroviarie per la metropolitana di superficie, intorno a Padova, che sgraverebbe l’attuale congestione della tangenziale padovana e offrirebbe una valida alternativa al traffico diretto in centro città o nei poli di attrazione situati lungo la direttrice", precisa Simonaggio.  

"Infine, è tempo di completare il raddoppio dei binari del collegamento Castelfranco – Padova per tutta la tratta, provando per davvero a completare la prima fase del Sfmr. Questo consentirebbe una maggiore capacità ferroviaria, la possibilità di far circolare più treni e una più elevata velocità commerciale. Sulla velocità commerciale dei treni dei pendolari si discute sempre troppo poco. Difficile pensare a un servizio attrattivo per un bacino vasto di utenza, quando si viaggia in media 30 km orari, con un peggioramento della velocità persino rispetto agli anni Settanta, in buona parte della rete veneta", denuncia inoltre il responsabile del sindacato trasporti della Cgil. 

"Come si comprende, siamo per realizzare buone opere che migliorino la connettività ferroviaria, potenzino l’offerta per il trasporto merci e passeggeri e favoriscano una significativa riduzione del bisogno di nuove strade.
Cambiare verso e impostazione è necessario. Il Veneto del terzo millennio merita una necessaria attenzione allo sviluppo di trasporti ferroviari, rispettosi dell’ambiente e del territorio", conclude Simonaggio.