Alte adesioni in tutta Italia allo sciopero unitario dei lavoratori della comunicazione per il rinnovo del contratto nazionale che interessa oltre 200mila addetti, di cui oltre 80mila giovani dei call center. A motivare la protesta, spiegano le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil, è stata l’interruzione delle trattative a seguito dell’indisponibilità di Asstel a regolare la materia degli appalti. E se la mobilitazione di oggi non bastasse i sindacati sono pronti a bissare il 19 ottobre con una manifestazione nazionale a Roma davanti alle sedi delle associazioni datoriali.

"La massiccia adesione allo sciopero e la grande partecipazione ai presidi organizzati in tutta Italia sono la dimostrazione che lavoratori e sindacato sono uniti nella lotta per ottenere le clausole sociali a tutela dell'occupazione. Non ci stancheremo di ripetere che si tratta di una norma di civiltà", afferma Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil.

Sono infatti migliaia i posti di lavoro a rischio e non a causa del crollo dei volumi di attività, sostiene il sindacato, bensì per i cambi di commesse che si spostano da regione a regione inseguendo incentivi statali o l'azzeramento delle retribuzioni dei dipendenti. A oggi sono già quasi 900 lavoratori licenziati per questo motivo, mentre circa 2.200 sono finiti in cassa integrazione e 2.300 sono oggetto di trasferimento di ramo d’azienda.

"È inimmaginabile - osserva ancora il sindacalista - che a fronte di un cambio d'appalto o di una esternalizzazione i lavoratori vengano licenziati e posti a carico dello Stato, mentre le aziende ne assumono altri, magari godendo di ulteriori sgravi fiscali. Non servono grandi imprenditori o manager per realizzare politiche del genere".

"Il paese - conclude Azzola - ha bisogno di imprese che scommettano, insieme ai propri dipendenti, per far ripartire la crescita e traghettare l'Italia fuori dalla stagnazione in cui è impantanata da anni ormai. Il segnale dato oggi dovrebbe essere sufficiente per far comprendere alle controparti che il tema della tutela occupazionale di migliaia di giovani e donne non è eludibile, ma va anzi affrontato e risolto nel corso del rinnovo contrattuale".