Sono arrivati fino a Roma per ribadire quello che è ormai diventato lo slogan simbolo della loro protesta: “Da qui non si muove un bullone”. Sono gli operai delle acciaierie Tk-Ast di Terni, impegnati nella vertenza in difesa del sito produttivo umbro (il più grande della regione e tra i più importanti per la produzione di acciai speciali in Europa), che oggi, dopo la manifestazione di giovedì scorso a Terni, sono scesi nuovamente in sciopero e hanno seguito, nella capitale, la delegazione che ha incontrato i vertici del colosso finlandese dell'Inox Outokumpo, nuovo proprietario di Ast, ma intenzionato a vendere gli impianti italiani dopo aver “saccheggiato” i pezzi più pregiati.

Purtroppo però le notizie arrivate ai 300 operai assiepati fuori dal ministero dell'Economia non sono quelle sperate. L'incontro con l'azienda è andato infatti male, come confermano sia le istituzioni locali (che hanno preso parte ad un incontro precedente), sia i sindacati. “Di fronte alle posizioni del governo e delle istituzioni l'azienda finlandese ha confermato al momento il proposito di dismettere lo stabilimento privandolo di asset importanti, il tubificio e la linea di laminazione dell'acciaio brillante”, ha affermato il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, al termine del tavolo.

La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, cerca di trovare una nota positiva: “L'incontro di oggi, seppur difficile e complesso, per la strategia illustrata da Outokumpu, è comunque servito a formalizzare da parte del governo italiano la richiesta ad Outokumpu di modificare le sue proposte e mantenere l'integrità del sito di Terni, facendo così interamente sue le richieste che in tal senso provengono dalla città di Terni, dalle organizzazioni sindacali, dai lavoratori e dalle istituzioni regionali e locali. Ritengo molto importante - rileva Marini - che oggi il governo abbia espresso con forza ed autorevolezza il fatto che in nome della difesa dell'interesse nazionale, sia da un punto di vista industriale che occupazionale, deve essere mantenuta l'integrità del sito delle Acciaierie di Terni ed un assetto proprietario che ne salvaguardi l'interezza delle produzioni e dell'insieme delle società che operano a Terni". Nei prossimi giorni, in un nuovo incontro nazionale, istituzioni ed organizzazioni sindacali decideranno gli ulteriori passi da compiere nei confronti della Commissione europea e della società Outokumpu.

Secondo il responsabile del dipartimento Industria della Cgil nazionale, Salvatore Barone, “Outokumpo ha ribadito le sue posizioni, cioè la cessione della Ast di Terni esclusa la linea di produzione a freddo BA2 e il Tubificio, scaricando le responsabilità di questa decisione sulla Commissione europea quando invece quest'ultima ha solo posto un problema di divisione delle quote di produzione a livello europeo”.

Forte la preoccupazione espressa dal segretario generale della Fiom Cgil di Terni, Claudio Cipolla: “I finlandesi riconfermano i loro piani che sarebbero devastanti per Terni, riducendo le capacità produttive e, per questa via, il valore aggiunto delle acciaierie ternane. Ci siamo detti contrari e per questo chiediamo la riconvocazione di un tavolo con il governo, alla presenza delle due aziende, Outokumpo e Inoxum, perché sia valutata la situazione e perché il governo possa assumere ufficialmente la nostra posizione circa il mantenimento dell'integrità dello stabilimento e la sua collocazione internazionale”. Domani, ha fatto sapere infine Cipolla, “incontreremo le Rsu dello stabilimento per programmare un calendario, nella consapevolezza che da Terni non si muove un bullone”.