Arriverà oggi, 24 maggio, sul tavolo del Ministero de Lavoro la richiesta di Tim di attivare la procedura di cigs (cassa integrazione straordinaria) per riorganizzazione per 30mila lavoratori. I sindacati, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil si preparano a dare battaglia contro quella che definiscono "una forzatura unilaterale" dell'azienda. 

"È una scelta sbagliata - spiegano le tre sigle - che, oltre a non aiutare a risolvere gli indubbi problemi che vi sono, alimenta un clima di lacerazione con i lavoratori, l’esatto opposto di quello che sarebbe utile per superare le difficoltà indotte da uno scenario difficile e complesso quale è quello in cui si trova a doversi misurare Tim”.

Nei piani dell'azienda, la cassa integrazione dovrebbe interessare, a rotazione, 29.736 dipendenti per 29 giorni nell’arco di 12 mesi, che in termini economici equivale a 2.800 esuberi. Dall’avvio dell’iter al dicastero partono 25 giorni di trattativa tra azienda, ministero e organizzazioni sindacali per esaminare soluzioni alternative alla cassa.

Secondo i sindacati, “lo scenario di trasformazione digitale impone un necessario cambiamento di Tim e in questo senso il progetto DigiTim (piano triennale strategico 2018-2020, approvato dal Cda Tim, ndr) è una necessità sulla quale però gravano drammaticamente i colpevoli ritardi e gli errori commessi negli ultimi anni (cambio di tre ad) durante i quali sono stati ripetutamente anteposti gli interessi a breve termine degli azionisti a scapito della capacità di innovazione compromettendo in tal modo il futuro industriale dell’azienda”.

“Il futuro di Tim riguarda tutto il Paese – insistono Slc, Fistel e Uilcom – e deve coinvolgere le istituzioni e la politica nel suo complesso e non può essere fondato su modalità unilaterali che non risolvono i problemi e alimentano lacerazioni e conflitto e su strategie che antepongono alla prospettiva industriale dell’azienda l’utilizzo improprio di strumenti per esclusive finalità di risparmio nel brevissimo periodo”.

Insomma, i sindacati arrivano al tavolo ministeriale respingendo in maniera netta la scelta di Tim. “Occorre riaprire un confronto che affronti e risolva positivamente tutto l’insieme delle questioni presenti e riconsegni un clima di ordinarietà delle relazioni sindacali – conclude la nota delle tre sigle – tale da superare il metodo degli atti unilaterali che ha negativamente caratterizzato quest’ultimo periodo”.