A rischio sono ora 400 lavoratori, ma potrebbero diventare 2.400. Sono gli edili addetti alla costruzione del Terzo valico, opera fondamentale per la Liguria e il Piemonte, la cui prosecuzione è avvolta nell’incertezza. Da qui la proclamazione per oggi (martedì 9 ottobre) di uno sciopero di otto ore, indetto da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, con presidio a Roma, alle ore 10 davanti alla sede del dicastero delle Infrastrutture (in piazzale Porta Pia). I sindacati chiedono al ministro Toninelli di sbloccare immediatamente i fondi del quinto lotto, e si dicono “fortemente preoccupati per l’occupazione dei dipendenti e per la realizzazione della grande opera che mai come in questo momento deve procedere speditamente”.

I posti di lavoro in bilico, se consideriamo anche il futuro sesto lotto del corridoio ferroviario ad alta velocità, sono complessivamente 2.394. Da tempo Fillea, Filca e Feneal pongono la questione all’esecutivo: l’hanno anche messa nero su bianco, con le “dieci domande al governo” sul decreto Genova che hanno rivolto dall’assemblea nazionale dei delegati dell’edilizia del 4 ottobre scorso. “Non appare contraddittorio con lo spirito del decreto e con la stessa nascita della cabina Strategia Italia (articolo 40) preoccuparsi del rilancio di Genova e della Liguria e di fatto bloccare le risorse per i cantieri già avviati, come quelli per il Terzo valico?”, così recitava la prima domanda al governo.

Ma torniamo alla manifestazione di oggi. “Siamo francamente basiti dal comportamento del ministro”, spiegano i sindacati: “Parliamo di risorse importanti, pari a oltre un miliardo, già disponibili, perché l’iter approvativo si era concluso il 27 luglio scorso, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale”. Fillea, Filca e Feneal rimarcano che “bloccare questi fondi vuol dire mandare a casa 400 lavoratori, per i quali è già stata avviata la procedura di licenziamento, per ora congelata grazie a un accordo-ponte con Ferrovie dello Stato, e rinunciare a un’opera di fondamentale importanza, non solo per il territorio interessato, ma per tutto il Paese”. Ecco allora l’urgenza della mobilitazione, per esprimere “tutto il nostro disappunto per una decisione molto grave e dalle conseguenze economico-sociali pesantissime”.

Il futuro del Terzo valico, insomma, è ancora tutto da decifrare. Ed è legato alle decisioni che in merito prenderà il ministro Toninelli. Nel question time alla Camera del 3 ottobre scorso il titolare delle Infrastrutture ha dichiarato che “un pool di esperti ha avuto incarico di valutare alcune opere strategiche, con l'obiettivo di predisporre un’analisi basata su dati aggiornati e anche di effettuare una ricognizione degli obblighi giuridici contrattuali, sempre tenendo conto del preminente interesse pubblico”. Per il Terzo valico dei Giovi, in particolare, Toninelli ha affermato di “contare di concludere questo importante lavoro di analisi e valutazione già entro il mese di ottobre”.