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“C’è solo una proposta da mettere in campo: un intervento del pubblico, dello Stato, per non abbandonare il Mezzogiorno a se stesso. Un grande intervento sul lavoro e sulla ripresa degli investimenti nel Sud. Eni, Anas, Ferrovie dello Stato, Finmeccanica, Fincantieri, devono riprendere gli investimenti nel Mezzogiorno, e la loro azione va accompagnata da una vera politica industriale”. A dirlo è Franco Tavella, segretario generale della Cgil Campania, intervenendo stamani a “Italia Parla”, trasmissione in onda ogni mattino su RadioArticolo1 (qui il podcast). “La mia regione – aggiunge – rappresenta da sola il 25 per cento delle perdite complessive di posti di lavoro in Italia. A questo punto siamo davanti a un'emergenza che non è solo economica, ma è un'emergenza democratica”.
Per l’esponente sindacale lo Stato si è ritirato nel momento in cui se ne aveva più bisogno. “Abbiamo meno scuola, meno presidio del territorio, meno sanità” spiega Tavella. “E tutto ciò accade nella crisi: alla mancanza di reddito, conseguenza delle difficoltà attuali, si è aggiunto il venir meno del welfare. Ecco, allora, che migliaia di persone sono scivolate in una situazione di povertà assoluta”.
Anche per il segretario della Cgil campana, come più volte sottolineato da Susanna Camusso, il paese riparte se riparte il Mezzogiorno: “parliamo di un'area di 20 milioni di abitanti, non è pensabile che un terzo della popolazione italiana possa vivere in una condizione di straordinaria ed estrema difficoltà. Il reddito medio della Campania è esattamente la metà delle regioni economicamente più progredite: è ovvio che una tale situazione metta a rischio qualsiasi ipotesi di ripresa generale”.
Per innescare il motore della ripresa occorre partire dal pieno utilizzo dei fondi disponibili, in primis i fondi europei. “L’interlocutore principale dei fondi europei è la Regione, serve quindi un governo regionale efficiente e sensibile all'argomento. Spendere bene questi soldi vuol dire creare occupazione, riducendo il divario con il resto del paese” dice Tavella. Che poi aggiunge: “abbiamo però bisogno di una classe imprenditoriale che non viva più sotto l'ombrello pubblico, ma che cominci a credere, e di conseguenza a investire, nel Mezzogiorno. Ma al momento questo non c’è”.
Nel corso dell’intervista il segretario della Cgil Campania affronta anche il tema della revisione della cassa integrazione in deroga. “Lo strumento – spiega – può essere corretto o modificato, ma non si deve determinare un vuoto, lasciando così migliaia di persone senza sostegni e senza speranza. Anche perché, bisogna dirlo in modo chiaro, si sta creando una situazione esplosiva".
In Campania, ad esempio, siamo al limite della rottura sociale. "C’è un allarme, una preoccupazione da parte dei lavoratori che il governo fa male a sottovalutare, perché sottovalutare questa realtà di disperazione significa andare incontro a una politica di irresponsabilità”. In conclusione, Tavella invita il governo a “mettere in campo una politica del lavoro, indirizzata anzitutto a lavoratori dipendenti e pensionati, che sono le categorie che più soffrono la crisi. Per farlo occorre liberare risorse, mediante una vera politica fiscale, e poi ridistribuirle, con una sensibilità politica che sappia finalmente riprendere la strada dello sviluppo e della crescita”.