Due giorni di sciopero proclamati a Sviluppo Italia Sicilia. Martedì 14 e mercoledì 15 aprile i 76 dipendenti della società interamente partecipata dalla Regione Siciliana, con le organizzazioni sindacali Fisac Cgil, Fiba Cisl, Uilca Uil, Fabi e Ugl Credito manifesteranno dalla mattina in sit-in sotto la presidenza dell’Ars, per chiedere di salvare 76 posti di lavoro ed esprimere “forte censura nei confronti del socio unico, la Regione Siciliana e del presidente di Sviluppo Italia Sicilia, Carmelina Volpe”, incapaci di esprimere un Piano industriale e di produrre atti concreti per salvare la società.

In 18 mesi di annunci e proclami in questa direzione, la Regione non è riuscita a rilanciare l’azienda. Oggi una lettera è stata spedita al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, dove i lavoratori riassumono la storia e ribadiscono le denunce. Il personale in sciopero chiede ai vertici delle istituzioni regionali un’assunzione di responsabilità, a partire dall’erogazione del fondo da 1,2 milioni approvato dall’Ars e ancora bloccato negli uffici. Il servizio Bilancio e Tesoro, con il decreto 769, ha deciso di impegnare solo 400 mila euro, pari ai 4 dodicesimi del fondo. I restanti 8 dodicesimi dovrebbero essere erogati dopo l’approvazione della manovra finanziaria. Ma per i 76 dipendenti, che non percepiscono lo stipendio da 6 mesi, e da due anni loro contributi e il Tfr non sono più versati, è troppo poco: al massimo – dicono - i soldi basteranno per coprire una mensilità. “E’ l’osso al cane che sta morendo. Questi soldi non bastano a rilanciare l’attività, così si tradisce la volontà del Parlamento. Non stiamo elemosinando un sussidio ma rivendicando la nostra dignità di lavoratori”, attaccano.

Mentre le attività e il fatturato dell’azienda si dimezzano, il presidente e il cda non sono riusciti né a recuperare i crediti per oltre 1 milione di euro dal Dipartimento Agricoltura per il lavoro già svolto né di ottenere nuove commesse dai Dipartimenti regionali. “I lavoratori oggi con le loro 76 famiglie versano in uno stato di obiettivo bisogno – denunciano le sigle sindacali di Sviluppo Italia Sicilia - Il mancato versamento dei contributi Inps e Inail non consente il rilascio del Durc, essenziale per emettere fatture alla pubblica amministrazione”.

La richiesta avanzata è quella di un’operazione-verità che abbatta il muro di omertà e di ignavia attorno alla società, alla quale di recente sono state sottratte alcune commesse, come quella per l’Expo e quella di Garanzia Giovani. “Diamo fastidio? Turbiamo altri interessi? Lo scontro in atto tra la Presidenza della Regione e l’Assessorato all’Economia si combatte anche su di noi che, con le nostre competenze professionali, abbiamo contribuito alla nascita di migliaia di nuove imprese e di migliaia di posti di lavoro nell’Isola?”, domandano i lavoratori della partecipata, unica società che gestisce sul territorio regionale gli incentivi per la creazione d’impresa, come testimoniano i risultati di 14 anni di attività.

Al presidente Crocetta, che di recente ha confermato le cariche societarie e colmato con nuove nomine i tasselli mancanti, le organizzazioni sindacali chiedono un management capace e azioni immediate per rilanciare le attività. “Noi non abbiamo nessuna colpa se non quella di avere fatto sempre il nostro dovere. I lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia oggi temono per il loro posto di lavoro – denunciano nel loro documento unitario - Questo management non ha mantenuto un solo impegno di quelli dichiarati e sottoscritti nelle sedi ufficiali. Dopo 1 anno e mezzo di gestione fallimentare e di prese in giro i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia e i sindacati non sono più disposti ad accettare di essere gestiti con modalità improvvisate e da persone prive di ogni esperienza manageriale e vedere amministrata una società per azioni, con un capitale sociale di 6 milioni di euro, in maniera inadeguata”.