"Giù la maschera". 100.000 studenti nelle piazze di tutta Italia con Rete e Udu, da Roma a Venezia, da Firenze a Cagliari, da Bologna a Messina. Tutti insieme con le maschere di Dalì, "perché noi, la maschera, non abbiamo paura di toglierla: siamo studenti e chiediamo che si smetta di giocare col nostro futuro", si legge in una nota.

“Chiediamo che questo Governo metta giù la maschera sui fondi in istruzione – dichiara Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi –.  Non è accettabile che si promettano investimenti per fare propaganda, ma che allo stesso tempo il ministro dell’Istruzione dica che 'bisogna scaldarsi con la legna che si ha', e che pochi giorni dopo saltino fuori 29 milioni di euro di tagli: 14 sulla scuola, 15 sull’università. Saremo in piazza anche perché cambiare il nome e ridurre le ore di alternanza non risolverà il problema dello sfruttamento! E i 56 milioni “risparmiati” col taglio delle ore, dove finiranno? Diciamo basta alla propaganda sulla pelle degli studenti!”.

Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, aggiunge: “Il Governo per mesi ha annunciato l’abolizione del numero chiuso alle Università. Mai un parere degli studenti, mai una proposta concreta, mai un confronto con il Cnsu. Per superare  metodo di accesso servono investimenti, che partano dall’orientamento alle scuole superiori fino alle borse di specializzazione medica, e soprattutto serve un confronto vero con gli studenti!”. Rete e Udu chiedono che si metta giù la maschera anche sul tema della sicurezza: la manovra “Scuole Sicure” "spaccia per sicurezza l’installazione delle telecamere e i cani antidroga fuori dalle scuole: ma a 'spacciare morte' sono gli edifici pericolanti in cui studiamo. Poi c’è il decreto sicurezza di Salvini, che fa leva sull’incertezza delle nostre vite per criminalizzare lo straniero e offende il concetto stesso di cittadinanza: no al razzismo mascherato da legge".

Concludono Gulluni e Manfreda: “Giù la maschera sul diritto allo studio. Nella giornata internazionale del diritto allo studio gli idonei non beneficiari sono ancora una triste realtà, così come un’altissima contribuzione universitaria e il calo delle iscrizioni alle università di Centro e Sud. Ogni anno inoltre, come studenti delle superiori, paghiamo migliaia di euro in libri, trasporti, materiale. Chi non li ha, lascia la scuola: sono 150mila gli studenti che ogni anno abbandonano. E in Italia si preferisce fare condoni agli evasori fiscali anziché stanziare fondi per creare una Legge Nazionale sul diritto allo studio.”

Successivamente alla piazza romana, gli studenti della Rete degli Studenti Medi e dell’Unione degli Universitari presenteranno con un flash mob il conto al Governo. L’azione si svolgerà alle 15:30 in Piazza Montecitorio. Srotoleranno un grande scontrino per chiedere ai parlamentari di scendere a prendersi l’impegno concreto di saldare i conti, oltre le promesse e la propaganda.

“Ci hanno tolto tutto, a partire da 10 anni fa, e continuano ancora oggi. Non è solo una questione di soldi: con il taglio dei fondi abbiamo perso i servizi, le possibilità, la qualità del nostro sistema di istruzione. Nessun governo ha finora risanato i miliardi di tagli che pesano sulla nostra condizione di studenti da ormai 10 anni. Oggi siamo qui per portare il conto”, commenta ancora Manfreda.  “Chiediamo il conto delle promesse e della propaganda fatta sulla nostra pelle: non serve a nulla fingere di abolire il numero chiuso quando poi la Legge di Bilancio parla da sé. Non ci basta scaldarci con la legna che abbiamo: chiediamo che l’istruzione e l’università diventino la priorità, subito”, aggiunge Gulluni.

Nella stessa giornata hanno protestato anche gli studenti di Uds, Rete della Conoscenza e Link, contro i continui tagli all’istruzione pubblica e “il clima securitario che si sta diffondendo dentro e fuori i luoghi della formazione”. Alle ore 14.30, i manifestanti saranno a Montecitorio, a Roma, “con un’azione per chiedere al governo il taglio dei sussidi statali ai petrolieri e il finanziamento dell’istruzione pubblica”. Gli organizzatori sono Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link.

È partito con le note di 'Thunderstruck' degli AcDc, da piazzale Ostiense verso il Miur il corteo romano. La partecipazione è grande. In piazza sono infatti scesi in migliaia da scuole e università romane. Una marea umana che attraverserà via Marmorata, Porta Portese e si fermerà a viale Trastevere. Poco prima della partenza, piccolo flash mob da parte dei ragazzi di Link coordinamento universitario con la cenere sparsa a terra, sotto la Piramide Cestia. Il riferimento è alla frase del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti secondo cui non servirebbero ulteriori fondi per il comparto e "bisogna scaldarsi con la legna che si ha". "La legna non c'è più - hanno spiegato gli Studenti ed è rimasta solo la cenere".

Centinaia di studenti in corteo anche a Milano. La manifestazione è Partita da largo Cairoli, con slogan che recitano: "Le scuole sicure sono quelle che non crollano" e "Più cultura, meno paura". A circa metà del percorso, lungo il centro cittadino, il corteo si è diviso in due parti, una diretta verso il Provveditorato e l'altra verso il Consolato americano, dove è prevista una sosta per testimoniare la solidarietà degli studenti milanesi alla cosiddetta "carovana" di migranti latino-americani che sta raggiungendo il confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Ma manifestazioni sono in corso in tutta Italia, dal nord al sud, da Trento a Barcellona Pozzo di Gotto.
 

“Dopo il nostro incontro con Di Maio del 26 ottobre – afferma Giacomo Cossu, Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza - abbiamo visto una manovra di bilancio che prevede tagli ai finanziamenti per l’istruzione e per la cultura. Scendiamo in piazza perché devono essere ripristinati i finanziamenti alla scuola e all’università sottratti negli ultimi 10 anni, con un investimento di 7 miliardi all’anno”. “Dal Ministero dell'Istruzione in questi mesi abbiamo ricevuto solo tagli e orecchie da mercante: il massimo esempio è il falso superamento dell'alternanza, che significa solo risparmi per il Miur e orientamento al lavoro per gli studenti!” - dichiara invece Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell'Unione degli Studenti. “Dal Ministro Di Maio abbiamo ricevuto solo promesse: sull’Università e sul diritto allo studio nella Legge di Stabilità non c’è un euro in più. Lo ripetiamo ormai da mesi, senza investimenti, anche quest’anno l’emergenza degli idonei non beneficiari è dietro l’angolo, conclude Alessio Bottalico, Coordinatore nazionale di Link..