Per la Consob si può procedere con l’operazione pubblica di acquisto di Playtech, il colosso del gioco d’azzardo internazionale sulle azioni della Snaitech, ma, al momento, non esiste nessun piano industriale sulle prospettive aziendali.

L'operazione, a detta di Playtech dovrebbe infatti stabilire una importante presenza in Italia, e migliorare la competitività ma, fa sapere la Fiom, “mai di sviluppo, di crescita, dell’occupazione e soprattuto della garanzia delle missioni produttive delle sedi italiane”. Il baricentro dell’azienda verrà sicuramente infatti spostato all’estero e la Snaitech rischia di rimanere una “succursale” all’interno di Playtech, con tutte le conseguenze del caso.

“Al tavolo -avverte Massimo Braccini, coordinatore nazionale del sindacato per il gruppo Snaitech - l’azienda ha solo cercato di camuffare la discussione cercando di farci parlare del cambiamento di applicazione del contratto nazionale per tentare di mettere fuori il sindacato più rappresentativo, la Fiom, e nello stesso tempo per non parlare della visuale futura, anche perché crediamo che queste operazioni volino troppo alte e in pochi abbiano chiare le vere prospettive dell’azienda.

Tuttavia, più della metà dei lavoratori ha aderito alla nostra iniziativa (anche a chi già viene applicato il contratto del terziario) e richiesto che gli venga applicato il contratto nazionale metalmeccanico”.

Inoltre, il sindacato chiederà al Ministero dello Sviluppo economico che le concessioni pubbliche legate a queste attività “siano rilasciate solo a seguito di chiare garanzie per i lavoratori e non nell’esclusivo interesse del profitto privato”.

In un mondo che cambia - fa sapere ancora Braccini - anche le politiche devono cambiare ed il settore del gioco deve risentire di un’ importante riforma. I costi che la collettività sta sostenendo per prevenire e curare chi ha disturbi da gioco d’azzardo sono cospicui. Il gioco d’azzardo è un industria a tutti gli effetti, la terza per numero di addetti in Italia, produce utili enormi ed è sempre più stretta nelle mani di pochi”.