Si è svolto oggi l’incontro convocato dal Mise per i 450 licenziamenti avviati dal gruppo Gepin in merito alla perdita della commessa Poste Italiane. “L’incontro non ha consentito di individuare soluzioni, ma il vice ministro Bellanova ha dichiarato di lavorare affinchè Poste italiane e i soggetti che hanno vinto la gara possano, in applicazione delle norme sulle clausole sociali, dare continuità occupazionale al personale di Gepin dichiarato in esubero". Lo dichiara Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil. “Inoltre, in aggiunta alla situazione del gruppo Gepin, andrà trovata analoga soluzione per i 250 lavoratori di Abramo a Lamezia Terme, acquisiti tramite il ramo d’azienda Infocontact con accordo raggiunto in sede ministeriale, che hanno perso il lavoro, aggiudicato, sempre da Poste Italiane, ad un’altra società”.

“Il sindacato, apprezzando il lavoro che sta svolgendo il ministero, ha ribadito che l’apertura delle procedure di mobilità sta determinando una esasperazione del clima poiché i lavoratori temono di trovarsi licenziati, fuori dall’azienda e senza alcuna alternativa. Pertanto il sindacato ha chiesto al ministero di adoperarsi affinchè, sin dal prossimo incontro, Poste Italiane sia presente al tavolo al fine di avviare la trattativa per salvaguardare l’occupazione dei dipendenti del gruppo Gepin, come fatto per altri cambi di appalto – prosegue il sindacalista. Questione che si scontra con le procedure adottate da Poste nell’assegnare la gara, impostata su un importo tale da non consentire la continuità occupazionale del personale coinvolto. Sarà Poste, pertanto, a dover individuare le opportune soluzioni”.

“Il viceministro, dichiarando di comprendere le preoccupazioni dei lavoratori, ha invitato il gruppo Gepin a sospendere la procedura di mobilità in corso, l’azienda ha dichiarato che il tema verrà posto in discussione nel CdA – conclude Azzola. Il Viceministro si è altresì impegnata a convocare un nuovo incontro per la prossima settimana”.

“L’esito di questa vertenza sarà la condizione per capire se le clausole sociali votate dal parlamento sono in grado di cambiare le regole del gioco in cui le uniche vittime sono i lavoratori”.