"Sono  passati ormai molti mesi  da quando, in completa solitudine, abbiamo lanciato il grido d’allarme sulla recrudescenza della criminalità e della camorra a Napoli e nella sua provincia: adesso siamo arrivati al punto di non ritorno, in cui è compromessa la sicurezza personale e collettiva dei cittadini, oltre che la legalità in ogni settore produttivo. Confermiamo che non esistono ricette semplici per problemi complessi, ma possiamo affermare con forza che l’attuale modello messo in campo, anche dalle forze di polizia, è completamente fallimentare". È quanto afferma Michele Zurillo, segretario generale Silp Cgil Napoli.

"Bisogna invece mettere in campo immediatamente nuove strategie di contrasto alla criminalità, procedendo finalmente a realizzare una sala operativa comune, rafforzare i commissariati sezionali e periferici e tutte quelle attività preventive-repressive che possono celermente essere efficaci nei singoli quartieri della città e della provincia. Mentre occorre interrogarsi sull’efficienza dei grandi reparti, come ad esempio la squadra mobile, che se pur conta tra le sue fila grandi investigatori, sembra pietrificata da una mancata capacità dirigenziale di indirizzarne le operazioni, per avere risultati repressivi capaci di incutere timore all’agire della  criminalità, a partire dai raid camorristici. Così come in altri luoghi il controllo del territorio è messo in crisi da sacche clientelari non operative", continua il dirigente sindacale.

"Confermiamo il nostro rispetto per il questore di Napoli, che sul piano personale ci ispira anche moltissima simpatia, in particolare per le sue doti di grande umanità, ma riteniamo che sotto il profilo operativo abbia fatto il suo tempo: per questo, chiederemo al capo della polizia di fare le opportune valutazioni, anche perché deve essere rivitalizzata gran parte della dirigenza locale dal questore dipendente, a cui è vero che mancano uomini, mezzi e strumenti, ma questo non può essere un alibi per non fare quanto è possibile nelle attuali condizioni", aggiunge il sindacalista.

"Chiaramente le responsabilità sono ancora più diffuse che non quelle locali, ad esempio la vuota demagogia del ministro Alfano, che al posto di far arrivare a Napoli i fondi necessari per la sicurezza passiva, come telecamere  di nuova generazione in tutti i quartieri, si è speso per rassicurare i cittadini attraverso l’invio dei militari, che niente possono se non essere spettatori delle violenze criminali che accadono sotto i loro occhi. Stiamo mettendo in campo ogni utile iniziativa per far fronte comune con quanti vorranno condividere le nostre battaglie. Su questo, abbiamo già chiesto al sindaco un incontro congiunto Cgil e Silp di Napoli per fare il punto della situazione e valutare la possibilità di iniziative comuni. In mancanza di fatti verificati e verificabili, preannunciamo un primo sit-in di protesta e volantinaggio alla città sulle questioni della sicurezza e sulle iniziative da mettere in campo", conclude il responsabile del Silp provinciale.