Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna chiedono alla Conferenza delle Regioni di intervenire per sostenere la modifica del cosiddetto “decreto del fare” relativamente alla parte della sicurezza sul lavoro. In una lettera inviata al presidente della Conferenza Vasco Errani, i sindacati chiedono la modifica degli articoli 31 e 32 del decreto. L’attenzione dei sindacati riguarda anzitutto le semplificazioni a favore delle aziende a “basso rischio”, la cui definizione dovrebbe arrivare da un successivo decreto ministeriale: Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna chiedono che, in attesa della definizione dei nuovi criteri (e considerato che nel frattempo non viene precisata quale normativa le aziende interessate debbano applicare), la norma “precisi che è integralmente applicata la normativa previgente”.

Altro punto discusso dai sindacati è la previsione della possibilità, sempre per le aziende a “basso rischio”, di semplice attestazione dell’avvenuta valutazione dei rischi
. Per i sindacati questa misura “comporta la rimessa in discussione dell’accordo tra Stato e Regioni del 25 ottobre 2012, relativo all’introduzione delle procedure standardizzate”, e che in questo modo “si ritorna surrettiziamente alla precedente situazione, caratterizzata da diffusa ineffettività della valutazione dei rischi lavorativi, anche dovuta alla possibilità prevista, per le aziende sino a dieci dipendenti, di autocertificare l’avvenuta valutazione dei rischi”. Sempre le medesime aziende a “basso rischio”, i sindacati contestano anche il fatto che la nuova misura rende non più obbligatoria la valutazione dei rischi da interferenze, indebolendo così “con misure non accettabili la corresponsabilità relativa alla salute e sicurezza sul lavoro nella filiera degli appalti”. Infine, i sindacati esprimono preoccupazione per “l’introduzione di modelli semplificati per la redazione del piano di sicurezza e coordinamento e del fascicolo dell’opera”, strumenti che costituiscono “le piattaforme attraverso le quali organizzare la sicurezza nei cantieri edili, caratterizzati dalla compresenza di più aziende e lavoratori autonomi, con altro rischio di infortuni sul lavoro”.