La crisi e le difficoltà economiche, il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro e l’aumento dei fenomeni migratori hanno portato, negli ultimi anni, a una crescita delle forme di razzismo verbali e non verbali. Luoghi comuni, diffidenza, e tanti messaggi sbagliati, dovuti a una distorta percezione del migrante alimentano sempre di più la diffusione di commenti aggressivi xenofobi, islamofobici, in particolare con l’espansione dell'utilizzo dei social media. Non a caso il tormentato iter della legge sulla cittadinanza, lo Ius soli, testimonia come l' Italia appaia ancora lontana da aprirsi ad una fase pacifica e matura di multiculturalismo.

Se ne parlerà il prossimo 5 dicembre a partire dalle ore 10 a Roma, presso la sede della Cgil nazionale, in un dibattito organizzato dalla Filcams Cgil, “#SePassaLoStraniero. La crisi, le migrazioni, il razzismo, la risposta del lavoro oltre le paure.” Introdurrà i lavori Cristian Sesena, segretario nazionale Filcams. Parteciperanno Elly Schlein (europarlamentare), Roberto Bortone (docente di Sociologia delle Relazioni Etniche presso l’Università di Roma Tre), Izzedin Elzir (presidente Ucoii). Le conclusioni saranno del segretario generale Cgil Susanna Camusso. A Marina Lalovic, giornalista Rai Radio3 Mondo, il compito di moderare il confronto.

“La questione migranti, cavallo di battaglia di diverse forze politiche in campagna elettorale – affermano i promotori del convegno –, è un tema di forte attualità che dovrebbe essere affrontato mettendone tutte le sfaccettature ( e non solo strumentalmente alcune), per poter evidenziare quanto, invece, è importante per noi , la presenza in Italia di persone provenienti da altri paesi”.

Il lavoro migrante in Italia, per esempio, corrisponde all’11% del Pil. “Il core business del lavoro migrante – prosegue la Filcams – è il settore domestico: sono circa 1 milione le lavoratrici e i lavoratori che entrano nelle nostre case per supportare la nostra vita quotidiana anche se è difficile far emergere il lavoro irregolare per avere una stima più puntuale. Una forte presenza di lavoratori migranti la troviamo anche nel settore agricolo, nell’edilizia e nella ristorazione”.