"È una discussione aperta da tempo. Che gli immigrati un giorno si fermino tutti e facciano pesare la loro utilità è una bella suggestione, ma difficilmente realizzabile". E' quanto pensa Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, interpellato da L'Unità sullo sciopero dei migranti indetto per il prossimo 1 marzo, prima in Francia e poi anche in Italia grazie al passaparola e alla rete (quasi diecimila iscritti su Facebook).

Per Soldini però il rischio di un fallimento è alto, perché i migranti "lavorano in condizioni di assoggettamento, soggezione, neo schiavismo in alcuni casi. Subiscono una forte ricattabilità e questo rende arduo che possano mettersi d’accordo e, anche solo per un giorno, alzare la testa".

Inoltre per il segretario della Cgil "la scelta di uno sciopero solo di immigrati è strategicamente sbagliata. Perché rischiano tendenzialmente una segregazione nella società che li ospita e rispondere con l’auto-segregazione nelle forme di lotta è un errore". Per questo la Cgil rilancia l'idea di "uno sciopero generale magari di un’ora sola, ma di tutti, contro il razzismo".

"La Cgil sta dialogando
con i promotori dell’iniziativa del primo marzo", spiega ancora Soldini, "una mobilitazione è necessaria, stiamo dialogando, ma pensiamo a questa giornata non come uno sciopero ma una festa per gli immigrati, da farsi però il 20 marzo".