Più di mille persone hanno sfilato stamattina per le vie di Trento in occasione della manifestazione di Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale proclamato dalle due organizzazioni sindacali a livello nazionale per protestare contro il Jobs Act e la legge di stabilità.

Mentre i primi dati confermano una buona adesione nelle realtà produttive della Provincia (il 70% degli operai ha incrociato le braccia all'Ebara di Cles mentre allo stabilimento di Dana Italia a Rovereto le astensioni dal lavoro hanno raggiunto l'80% del personale di produzione), gli organizzatori esprimo soddisfazione per la partecipazione alla manifestazione di Trento.

«E' stata una giornata di grande partecipazione democratica - affermano Paolo Burli e Walter Alotti, segretari generali di Cgil e UIl del Trentino - che ha voluto ridare voce piena a lavoratori e pensionati che più di altri oggi subiscono gli effetti della crisi. Ora il governo deve ascoltarci e mettere in soffitta le politiche di austerity per rilanciare investimenti e lavoro di qualità».

Il corteo di Cgil e Uil, partito poco prima delle 10 da via Verdi, ha percorso via Rosmini, via Giusti, via Perini e corso Tre Novembre. Lungo il percorso un gruppo anarchico ha imbrattato alcune vetrine di banche e associazioni datoriali. «Condanniamo con forza questi atti di vandalismo - affermano Burli ed Alotti -. Il nostro è stato un corteo pacifico come è stato in passato e come continuerà ad essere in futuro. Solo così si può far ascoltare la voce di chi lavora».

Il corteo si è concluso davanti al palazzo del Governo dove si sono susseguiti una serie di interventi di lavoratori, pensionati, studenti. Tutti hanno richiamato il fatto che in una drammatica fase di recessione che dura ormai da tre anni il Governo dovrebbe occuparsi di investimenti per far ripartire la crescita e degli stanziamenti necessari per garantire a tutti coloro che hanno perso il posto di lavoro veri ammortizzatori sociali, non tanto delle regole del mercato del lavoro che non creano nuovi impieghi.

La manifestazione è stata conclusa dal segretario nazionale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, che ha richiamato il governo ai suoi doveri. «Il Governo - ha detto Di Menna - deve aprire un confronto vero con le organizzazioni sindacali per affrontare e risolvere i veri nodi che bloccano lo sviluppo del nostro paese».