"Se si volesse far ripartire l'edilizia subito, come affermano anche oggi eminenti esponenti del governo, anzichè aprire la stagione delle chiacchiere balneari, narrando possibili scenari futuri di riduzione delle tasse, si darebbe il via libera a spendere quei 20 miliardi fermi nelle casse dello Stato per aprire i cantieri, ora e subito". È quanto afferma il segretario generale della Fillea, Walter Schiavella.

"Magari si rafforzerebbe il sistema dei controlli anti-evasione fiscale e contributiva, tema che continua ad essere una delle grandi questioni irrisolte del nostro Paese, ma che rischia di essere messo nel dimenticatoio da questo ennesimo, tutt'altro che originale, canto delle sirene. Servono fatti e non chiacchiere – afferma il numero uno degli edili della Cgil –, e i fatti sono quelli che chiediamo da anni, ovvero aprire cantieri per realizzare opere utili e necessarie. 200 euro di tagli di tasse sulla casa, di sicuro possono portare giovamento ai redditi delle famiglie italiane, ma a quelle famiglie serve ancora di più un reddito da lavoro, anzichè un assegno di disoccupazione o un salario da lavoratore precario o in nero o non avere reddito. Occorre che gli italiani e i lavoratori sappiano come stanno le cose: con 20 miliardi in cantieri aperti, facendo una stima prudenziale, solo di lavoro diretto verrebbero generate 20 milioni di giornate di lavoro, che corrispondono a oltre 25mila posti di lavoro per tre anni o 38mila per due. Cifre che con l'indotto raddoppiano, sempre per essere prudenti".

Dunque, secondo la Fillea, è solo con gli investimenti per creare lavoro che si risolleva l'economia, non con le
promesse di tagli di tasse, che per essere mantenute, poi si trasformano in una scure su welfare, servizi e sanità pubblica. Se l'economia è ferma, non è per colpa delle tasse - il cui peso sui redditi dei lavoratori cresce con il crescere dell'evasione e dell'iniquità della distribuzione del carico fiscale - ma è per l'inadeguatezza del governo nell'assumersi la responsabilità di dare vita a una seria politica industriale, a liberare risorse per gli investimenti e a colpire sul serio l'evasione e l'elusione, che in edilizia significa lavoro nero e irregolare".