Nonostante siano passati oramai 21 anni dall’emanazione del decreto 626/94 e sette dal Testo unico in materia di salute e sicurezza (decreto 81/2008), il ruolo degli Rls non è ancora riconosciuto, se non quando osteggiato, dalla maggior parte dei datori di lavoro, dirigenti e preposti, con tutte le conseguenti difficoltà per i Rappresentanti di svolgere le proprie attribuzioni nell’ambito delle aziende sia pubbliche sia private. Intendo qui evidenziare tutta una serie di problematiche che sono giunte nell’ultimo periodo nella nostra struttura, il Servizio informativo per rappresentanti della sicurezza della Regione Emilia-Romagna (Sirs-Rer) di Bologna, tramite mail, telefonate, fax, incontri, e che rappresentano almeno l’80 per cento di tutte le richieste di informazioni e di supporto che ci impegniamo a dare.

La lista dei problemi più “gettonati” è davvero lunga e molto variegata
. In alcune aziende, anzitutto, è difficile ottenere la nomina dell’Rls da parte del datore di lavoro. Più in generale, la questione prevalente è il non riconoscimento, sempre da parte della dirigenza aziendale, del suo ruolo. Numerose imprese hanno l’Rls solo per non incappare in sanzioni (e, sinceramente, non capiamo di quali sanzioni si parli), fanno confusione tra i compiti dei Rappresentanti e quelli delle organizzazioni sindacali, operano “pressioni” durante lo svolgimento del suo incarico, e talvolta addirittura vietano di relazionarsi con il medico competente o con i lavoratori, oppure di visitare i luoghi di lavoro.

Altro aspetto importante è la mancata ottemperanza a compiti precisi
. Ci sono aziende che non inviano gli Rls alla formazione obbligatoria di base e di aggiornamento, non rispondono alle segnalazioni, non consegnano i protocolli di sorveglianza sanitaria, non consentono ai Rappresentanti di accedere ai registri di infortuni e malattie professionali, non convocano la riunione periodica o la svolgono senza la partecipazione di tutte figure previste, non permettono di ottenere informazioni e documentazione. L’ultima questione riguarda il Documento di valutazione dei rischi (Dvr) e il Documento di valutazione dei rischi da interferenza (Duvri): ci sono aziende che ignorano l’obbligo di consultare in maniera preventiva e tempestiva gli Rls, altre che chiedono loro di firmare questi Documenti senza averli mai mostrati, altre ancora che non consegnano i Documenti su richiesta.

Sono queste, dunque, le maggiori criticità evidenziate dagli Rls
, soprattutto da quelli che operano nelle imprese medio-piccole del privato, rispetto a quelli afferenti alle aziende medio-grandi sia private sia pubbliche. Per completezza, vanno anche riportati quei casi (anche se pochi) in cui sono stati datori di lavoro, dirigenti e preposti a evidenziare problemi riguardanti la figura dell’Rls e lo svolgimento dei suoi compiti. Il cahier de doléances delle imprese riporta la presenza di Rls ipersindacalizzati e molto confusi sul proprio ruolo, altri (soprattutto Rlst) che si ritengono “tecnici” ma ovviamente non lo sono, altri ancora che non si relazionano con le figure della prevenzione oppure che svolgono il proprio incarico senza alcun interesse, infine Rls che non conoscono le proprie attribuzioni e le basi principali della normativa anche dopo l’avvenuta formazione di base e di aggiornamento.

* coordinatore Sirs-Rer Bologna