“Il sindacato è in evidente condizione di difficoltà e di crisi. Il problema non è tanto di cambiare i soggetti di riferimento, ma non c'è dubbio che – rispetto a quello che è successo nel corso di questi mesi, dalle pensioni ai disegni di legge su precarietà, art. 18 e ammortizzatori sociali – il sindacato non è stato in grado di proporsi come elemento di unificazione dei diversi soggetti; a partire dalla difesa ed estensione delle tutele. Anche con proposte nuove, che è la condizione per ricostruire un livello di rappresentanza sociale vero”. Intervistato da Il Manifesto, Gianni Rinaldini, coordinatore dell’area “La Cgil che vogliamo”, ragiona sulle difficoltà che incontra l’azione del sindacato e della Cgil in particolare. “Questa crisi mette in discussione gli aspetti fondativi del sindacato, su come tracciare un’idea del sindacato del futuro. Che non è semplicemente la riproposizione delle cose del passato, ma come far vivere gli stessi valori – solidarietà, giustizia sociale, autonomia contrattuale – in una fase totalmente
diversa. Penso al problema della rappresentanza dei precari, ai contratti che oggi riguardano solo una parte dei lavoratori; a come il sindacato si deve riorganizzare”. E questo concretamente significa, secondo Rinaldini, che “bisogna tornare a un rapporto con la gente che non si fa attraverso gli uffici. Bisogna tornare sui luoghi, all'idea di un sindacato e una militanza che oggi in molti casi non c'è”.