Antonio Santomassimo, segretario generale della Fp Campania, è intervenuto stamattina a "Work in news", la rubrica di Radioarticolo1, per rispondere ad alcune domande sul tema dei rifiuti e della raccolta differenziata, nell'ambito della giornata di mobilitazione indetta a Salerno e in tutto il resto della regione dal sindacato a sostegno dei lavoratori dei consorzi di bacino.

"La Regione Campania – ha spiegato il dirigente sindacale – ha un comportamento contradditorio: negli anni dell'emergenza rifiuti sul nostro territorio sono state spese tante risorse pubbliche, con l'assunzione di migliaia di lavoratori nei consorzi di bacino, proprio perchè il punto critico era l'inesistenza di una raccolta differenziata che comportasse il recupero della materia prime. Poi, i comuni si sono in gran parte sfilati dai consorzi e, di fatto, la differenziata è ferma al 20% a Napoli, nonostante l'amministrazione locale pubblicizzi cifre più alte. L'impasse ha avuto ripercussioni drammatiche sull'occupazione, con i lavoratori dei consorzi in gran parte inutilizzati e circa un migliaio senza stipendio da quasi due anni. Da circa un anno, poi, grazie anche alle nostre lotte unitarie, è stata approvata una legge regionale che prevede il riordino del ciclo dei rifiuti, sulla falsariga di quanto già avviene nel resto d'Italia, con la costituzione di ambiti territoriali e la rioccupazione di tutti gli addetti, ma tale norma è ancora clamorosamente disattesa".

A Salerno e provincia il quadro è migliore – ha detto il leader della Fp campana –, nel senso che la differenziata si fa in larga percentuale da anni, i 900 addetti dei consorzi lavorano e le strutture continuano a svolgere attività per i comuni. Malgrado ciò, la legge è comunque disattesa e il ciclo integrato dei rifiuti non si avvia neanche in quelle zone. Inoltre, c'è un meccanismo perverso, nel senso che i comuni non solo non adempiono alla legge, ma non versano neanche le tariffe per il serviziio prestato dai consorzi. Insomma, lì l'attività c'è, ma i lavoratori non vengono pagati e non si procede alla loro stabilizzazione nè alla costituzione degli Ato".

"Per questo – ha concluso Santomassimo –, l'8 novembre saremo a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale unitaria dei lavoratori dei servizi pubblici. L'istanza che rivendichiamo da tempo è il riordino complessivo della macchina amministrativa, ma non come fa il governo che vuol mettere mano a una riforma del sistema pubblico, di cui ce n'è bisogno, ma poi nega diritti fondamentali ai lavoratori, come quello di non rinnovare il contratto da anni, e quindi impoverisce proprio i soggetti che devono garantire i servizi. Noi siamo perchè a Roma sabato ci sia una risposta massiccia di lavoratori e lavoratrici pubblici, affinchè dicano basta a questo stato di cose".