“Ridare al mondo del lavoro dell’igiene ambientale la dignità che merita”. Questo uno degli impegni di Psi, il sindacato internazionale di servizi pubblici, a partire da subito e per i prossimi anni. A spiegarcelo è Daria Cibrario, responsabile mondiale Enti locali per Public Services International (Psi), in questa intervista raccolta oggi nel corso dell’assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Igiene ambientale della Fp Cgil, dietro le parole ‘C’è una bella differenza’, promossa in vista del rinnovo delle Rsu e Rlssa in calendario a fine ottobre.

Daria puoi spiegarci cos’è Psi?

Psi è l’internazionale dei servizi pubblici, un filo rosso che unisce i servizi pubblici al di là dei confini nazionali e delle barriere linguistiche.

Ci dici quali sono le condizioni di lavoro dell’igiene ambientale nel mondo?

Il panorama è molto vario. E’ un servizio molto legato al territorio e alla cultura, riflette la vita locale delle città e delle aree metropolitane cui fa riferimento. E’ difficile dunque generalizzare. Come in Italia, in moltissimi altri paesi del mondo esiste un grandissimo precariato e le paghe sono spesso molto basse o che addirittura non vengano pagate.

Esistono situazioni critiche? E quali le differenze tra pubblico e privato?

Sì ci sono situazioni di grandissima povertà in cui, ad esempio, ci sono i cosiddetti ‘recicladores’ che vivono in bidonville ai margini delle grandi metropoli. Questi sono dei lavoratori a tutti gli effetti, perché comunque forniscono un servizio pubblico permettendo che le città non rimangano abbandonate a se stesse. In generale posso dire che quando rimane il controllo pubblico della qualità del servizio e delle relazioni di lavoro, questo va a beneficio delle condizioni di lavoro. Quando il controllo del servizio va completamente nelle mani dell’ente privato la situazione diventa particolarmente critica.

Previsioni e programmi per il futuro?

Stiamo cominciando ora un lavoro di mappatura della situazione nel mondo, per avere una visione completa del panorama delle condizioni di lavoro. Ci vorranno almeno due o tre anni. Faremo un punto della situazione per vedere chi porta avanti delle buone pratiche che si possono replicare e dove invece ci sono i veri problemi e ragionare su come intervenire. Alla fine di questa mappatura lanceremo una campagna globale affinché il settore dell’Igiene Ambientale abbia la dignità che merita.