Si fa sempre più ingarbugliata la situazione della Richard Ginori di Sesto Fiorentino (Firenze). “I lavoratori sono di nuovo ostaggio di un bieco gioco al rialzo per interessi speculativi” spiegano i sindacati, commentando il rifiuto di DoBank, banca creditrice di Ginori Real Estate (ora in liquidazione), all'offerta della storica manifattura di porcellane per l'acquisto del terreno (di viale Giulio Cesare) su cui sorge la fabbrica, di cui è affittuaria. Per mercoledì 6 settembre, intanto, è fissato un nuovo incontro al ministero dello Sviluppo economico per affrontare la questione.

La trattativa per l'acquisto è infatti naufragata per l’opposizione della DoBank, tra i creditori per la propria quota (assieme a Bnl e Popolare di Vicenza) del vecchio fallimento di Ginori Real Estate. L'offerta vincolante era stata presentata lo scorso 6 giugno sulla base dell'ipotesi di accordo raggiunto a fine maggio tra ministero dello Sviluppo economico, Comune, Regione Toscana, azienda, banche creditrici e liquidatori. Il no di DoBank, spiega la Richard Ginori, “mette seriamente a rischio la prosecuzione dell'attività aziendale”, annunciando che l’offerta resterà valida fino al prossimo 30 settembre.

“La reazione dei lavoratori a questa ingiustizia non si farà attendere”, scrivono Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Cobas in una nota congiunta. I lavoratori, intanto, nell’assemblea di martedì 5 settembre hanno votato l’avvio della mobilitazione. I sindacati chiedono “un impegno diretto e incisivo del gruppo Kering (di cui fa parte Richard Ginori, ndr) per sbloccare questa inspiegabile e oltraggiosa situazione”. Fanno appello, inoltre, alle istituzioni “affinché facciano valere il rispetto delle comunità rappresentate e al mondo del credito affinché non perda l'occasione di lavorare per lo sviluppo e non per la speculazione. La Ginori rimarrà a Sesto Fiorentino accanto al suo Museo”.

L’azienda, intanto, ipotizza nuove deliberazioni, invitando “i soggetti che ne hanno titolo a valutare qualsiasi soluzione, compresa l'instaurazione di una procedura concorsuale” finalizzata all’acquisizione del sito entro il prossimo dicembre. Per la società la proprietà di terreni e linee produttive è fondamentale, considerata l’impossibilità di “immaginare il futuro dell'azienda e dei suoi lavoratori – spiega una nota della società – senza l'acquisizione dello stabilimento, né di essere disponibile a protrarre una situazione di incertezza che si trascina da troppo tempo”.