(Labitalia) - "Il restauro di un'opera di grande pregio come il Colosseo sarebbe un'occasione fondamentale per far ripartire il settore del restauro. Così come è stato concepito l'appalto, invece, si dà il segnale che non c'è spazio per tutta la categoria dei restauratori. Per questo, secondo noi, andrebbe ripensato". Così Serena Morello, responsabile del coordinamento restauro della Fillea Cgil, commenta con LABITALIA la possibilità che il restauro del Colosseo sia compiuto solo in minima parte da restauratori, ma piuttosto da imprese edili.

Restauratori che contestano poca attenzione per la loro professione e sempre meno fondi dedicati agli interventi di restauro. "Il problema sta nella qualità - sottolinea Morello - che si vuole dare all'intervento. La maggior parte dei lavori che si realizzeranno al Colosseo è stata inserita nella categoria di appalto Og2, che è quella che riguarda il restauro, dal punto di vista strutturale, di edifici monumentali, sottoposti a vincoli di tutela, e solo in minima parte invece nella categoria Os2, che è quella che invece prevede interventi di restauro di superfici decorate e beni mobili di interesse storico e artistico".

Così facendo, secondo Morello, si "tolgono delle opportunità ai restauratori, specie quelli del territorio: noi stiamo facendo tanto per il riconoscimento delle qualifiche e per far ripartire il settore e questo non ci aiuta".

Ma, secondo Morello, nei lavori al Colosseo il problema non sta nello scegliere tra imprese edili e restauratori. "Il discorso - sottolinea - non è quello di dare più spazio alle imprese edili o meno. Le aziende hanno nel contratto nazionale la previsione della presenza del restauratore. La questione - sottolinea - è che adesso, come è stato concepito l'appalto, non è richiesto alle imprese edili di realizzare determinati lavori, e quindi di utilizzare certe professionalità, e cioè appunto quelle dei restauratori".

Secondo Morello, "se il Colosseo è quel patrimonio artistico che tutti noi conosciamo, allora noi chiediamo alla stazione appaltante dell'intervento di rivalutare la propria decisione e di valutare la possibilità di dare più spazio gli interventi di tipo Os2". Una richiesta che la Fillea Cgil allarga, oltre al Colosseo, anche per altre opere, in modo tale da dare 'ossigeno', e lavoro, ai restauratori: "Su questi problemi - conclude - stiamo facendo una riflessione non solo all'interno della confederazione, ma anche con gli altri sindacati di categoria".