“L’epoca del posto fisso è passata per sempre e io non darò il Pd in mano ai reduci. Vogliono fare qualcosa a sinistra? Facciano pure, ma io non permetterò rotture”. Lo ha detto ieri il premier Matteo Renzi concludendo la convention della Leopolda. Un discorso nel quale il presidente del Consiglio è tornato ad attaccare la minoranza del Pd, ma anche la Cgil, utilizzando in qualche passaggio anche parole forti all’insegna della sua battaglia continua contro ogni residuo di passato.

“L’articolo 18? E’ come utilizzare i gettoni del telefono per l’i-phone”. “Non ci deve insegnare a fare i selfie”, ha replicato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “Ci pare piuttosto sia lui ad avere un problema: non sa maneggiare la memoria per imparare rispetto al futuro”. Per la Cgil è evidente che il presidente del Consiglio “non ha argomenti” per contrastare le cose sostenute in piazza San Giovanni a proposito dei cambiamenti necessari della delega del lavoro.

Oggi il governo incontrerà vertici dei sindacati confederali al ministero del Lavoro per illustrare le ultime scelte in tema di Legge di stabilità. La Cgil spera che questa volta si abbia davvero l’intenzione di discutere, anche se il ministro del Lavoro Giuliano Poletti è tornato a blindare il Jobs Act alla vigilia della discussione alla Camera: “Il cuore della legge delega sul lavoro non si tocca. La posizione del governo è chiara: lavoriamo perché il contratto a tutele crescenti diventi il perno della riforma e del mercato del lavoro, perché i tempi indeterminati che ora sono il 15% aumentino diventino convenienti”.