“Il problema dell’occupazione è enorme. Noi abbiamo vissuto la crisi più di altri territori, lo abbiamo denunciato più volte, sottolineando le tante attività artigianali e commerciali, le tante piccole imprese che purtroppo in questi anni hanno chiuso”. È un lungo cahiers de doléances quello esposto da Mimma Pacifici, segretaria generale della Cgil di Reggio Calabria, durante la trasmissione “Italia Parla” di RadioArticolo1. “Non c'è stato inoltre alcun investimento pubblico degno di questo nome, utile a far ripartire un minimo di economia” spiega l’esponente sindacale: “E i soldi che sono arrivati con il decreto legge del 13 novembre scorso, sono serviti in realtà per ripianare e risanare la situazione del Comune oppure a realizzare vecchi progetti, già presentati moltissimi anni addietro”.

Il problema è preoccupante soprattutto per i giovani, che non vedono altra possibilità se non quella di emigrare. “La settimana scorsa – illustra Pacifici – abbiamo fatto una bellissima iniziativa con i giovani della città. Abbiamo somministrato loro un questionario, orientato a sapere cosa pensano del loro futuro. Il 60 per cento ha risposto che, appena finita la scuola, andrà via. Ecco, questo è un dramma: vogliono andare via perché qui non c’è alcuna prospettiva occupazionale, non s’intravede alcuna ripresa”. È arrivato quindi il momento di aprire una “vertenza” nazionale sulla Calabria: “Regione e governo nazionale devono dare risposte a questa terra, altrimenti rischiamo di ritrovarci da qui a breve solo a dover assistere la popolazione anziana. In questo ultimo anno siamo stati costretti a lottare per i servizi essenziali dei piccoli centri, soprattutto quelli interni, quelli montani, perché purtroppo non c'è più quella popolazione attiva che ha bisogno di determinati servizi. Nelle aree interne hanno chiuso tantissimi uffici postali, abbiamo problemi con le scuole, a Reggio Calabria non ci sono gli asili nido”.

Per far ripartire la Calabria, spiega la segretaria generale, serve un “piano del lavoro che guardi al Mezzogiorno e ai suoi bisogni, a partire dalla tutela del territorio. Dobbiamo ripartire da lì: questo è un territorio a vocazione turistica, siamo ricchi di beni culturali, dobbiamo quindi tutelare e valorizzare al meglio quanto abbiamo. Altro aspetto importante è l'agroalimentare, che soprattutto per le nostre aree interne potrebbe rappresentare un'opportunità straordinaria”. Ma per intraprendere qualsiasi progetto, conclude Pacifici, servono i giovani: “Se mancano loro, manca quella parte che dovrebbe dare la spinta maggiore al rilancio dell'economia. Non c'è più tempo da perdere, le risposte ai ragazzi che escono dalle nostre università e dalle nostre scuole vanno date oggi, perché altrimenti un’intera generazione se ne andrà via”.